Il Capocomitiva di Bari

Benvenuti, questo è il mio primo "BLOG". Per quanti di voi che abbiano intenzione di conoscere attualità, cronaca, divertimenti e tradizioni della città di Bari e non solo. Potrete fare due chiacchiere con me lasciando i vostri commenti o consigli in maniera seria ed io saro' felice di rispondervi. Buon divertimento Amici miei. Un saluto da Sergio "Il Capocomitiva". P.s.: Per la realizzazione di questo Blog nessun pugliese è stato maltrattato......

28 febbraio 2008

Cinema senza frontiere, il Cinema per tutti

Riporto integralmente questo articolo inserito sul sito del Comune di Bari sulla lodevole iniziativa che sarà adottata da moltissimi cinema del capoluogo:

"""""A BARI IL CINEMA E' SENZA BARRIERE

Dal prossimo 10 marzo a Bari, prima città del sud Italia, partirà il progetto Cinema senza barriere, il Cinema per tutti, pensato per condividere cultura e promuovere pari opportunità nella fruizione di un genere di intrattenimento abitualmente destinato solo alla parte abile della popolazione. I disabili della vista e dell'udito potranno finalmente godere del piacere del cinema insieme alle loro famiglie e ai loro amici.

Cinema senza barriere è un progetto ideato da AIACE di Milano, voluto dall'assessorato all'Economia come prima azione positiva per le pari opportunità nell'ambito del Bilancio sociale di genere, realizzato in collaborazione con gli Assessorati alle Politiche Sociali e alle Culture del Comune, con il sostegno della BNL Gruppo BNP Paribas, in partnership con l'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti (UIC) e l'Ente Nazionale Sordi (ENS).

Il valore culturale e sociale dell'iniziativa è stato illustrato nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il sindaco Michele Emiliano, gli assessori all'economia Cinzia Capano e alle Politiche sociali Susi Mazzei, Vito Colaprico per la BNL, Donato Lippolis per l'ENS, Antonio Montanaro per l'UIC, Romano Fattorossi, per AIACE e Francesco Santalucia, per il Multicinema Galleria.

Presso la sala 1 del Multicinema Galleria, attrezzata con tecnologia DTS, una volta al mese, per tutto il 2008, saranno proiettati una serie di film con audiocommento in sincrono in cuffia - per i ciechi e gli ipovedenti - e un sistema complesso di sottotitolazione - per i sordi.

Il costo del biglietto è di 3 euro ed è previsto l'ingresso gratuito per un accompagnatore dei diversamente abili.

Si parte lunedì 10 marzo con la serata inaugurale del progetto, a ingresso libero, nel corso della quale sarà proiettato Volver, di Pedro Almodovar, con Penelope Cruz. Audiocommento di Teresa De Sio.

CALENDARIO DELLA RASSEGNA PER IL 2008

10 Marzo serata inaugurale Volver, di P. Almodovar - ore 20.30
10 Aprile Rosso come il cielo, di C. Bortone - ore18.30 e 21.00
8 Maggio Little Miss Sunshine, di J. Dayton, V. Faris - ore18.30 e 21.00
12 Giugno The Queen, di S. Frears - ore18.30 e 21.00

18 Settembre ore 18.30 e 21.0 0
16 Ottobre ore 18.30 e 21
13 Novembre ore 18.30 e 21.00
1 Dicembre ore18.30 e 21.00

I titoli dei film in programma dopo la pausa estiva saranno comunicati attraverso :
www.comune.bari.it , www.multicinemagalleria.it , www.enspuglia.it , www.uicpuglia.it

DETTAGLI TECNICI

Le persone non vedenti ricevono all'ingresso una cuffia a raggi infrarossi che diffonde un commento audio del film che descrive azioni, stati d'animo, situazioni, movimenti, modalità di ripresa, paesaggi. Il tutto senza che siano coperti dialoghi e rumori importanti per la comprensione del film.

Le cuffie possono essere prenotate telefonicamente o via e-mail presso la segreteria dell'UIC di Bari - tel. 080 542 91 02 - 080 542 9058 (lunedì/venerdì ) - e-mail: uicba@uiciechi.it e ritirate prima dell'ingresso in sala, esibendo un documento d'identità.

Con un sistema di sincronizzazione, la normale proiezione viene arricchita con dati aggiuntivi, restando comunque fruibile dalle persone senza problemi di vista e di udito: sullo schermo appaiono dei sottotitoli realizzati per i non udenti che riportano i dialoghi e alcune indicazioni sui rumori o sulla musica.

L'intervento tecnico è curato da Raggio Verde, supportato dalla consulenza dell'ENS di Milano per i sottotitoli e dall'Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti per i commenti audio.

MESSAGGIO DEL SINDACO E DELL'ASSESSORE CAPANO

Una comunità coesa e solidale è una comunità forte, capace di affrontare i problemi e le sfide del suo tempo: dal prossimo 10 marzo Bari saprà essere ancora più accogliente e inclusiva.
Con Cinema senza barriere vogliamo portare nelle sale cinematografiche coloro che hanno disabilità della vista e dell'udito, insieme alle loro famiglie e ai loro amici.
Grazie al sostegno di BNL, banca tesoriera dell'Amministrazione comunale, e in sinergia con l'associazione AIACE, l'Ente Nazionale Sordi e l'Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti, questo progetto intende migliorare la qualità delle nostre vite e far sì che la cultura sia effettivamente il luogo dove combattere la separazione e la solitudine.
Ci auguriamo di essere in tanti a riempire la sala del Multicinema Galleria. Buon divertimento
!

Michele Emiliano
Sindaco di Bari

Cinzia Capano
Assessore all'Economia
28-FEBBRAIO 2008""""""

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Insomma cari visitatori, una bella notizia per tutti gli amici diversamente abili che desiderano prendere parte a questi spettacoli cinematografici. Un'idea che vede l'Amministrazione Locale ancora piu' vicina alla risoluzione di problemi inerenti le pari opportunità.

E' un piccolo passo, un mattoncino, un inizio. Un evento questo davvero importante per tutta la cittadinanza. Sinceramente, spero che ulteriori iniziative del genere possano moltiplicarsi e permettere che Bari possa diventare una città modello ed allo stesso tempo un punto di riferimento dell'emancipazione che puo' avvenire semplicemente adoperando soluzioni giuste.

Complimenti a quanti si sono interessati per il raggiungimento di questo bel "traguardo".

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23 febbraio 2008

La Foresta Umbra

Cari amici buongiorno a tutti voi. Oggi parlo di uno dei luoghi piu' verdi ed incontaminati della Puglia: La foresta Umbra.
Gestita attualmente dall'ex Azienda di Stato per le Foreste Demaniali - Regione Puglia Amministrazione For. Dem. del Gargano - si estende nella zona centro-orientale del Gargano, a circa 800 metri di altitudine. Tuttora occupa circa 10.440 ettari quasi il 10% del Gargano, mentre nel medioevo ne occupava il 90%.
La Foresta Umbra è attraversata da 23 Km di strade, sentieri pedonali e percorsi di interessante valore naturalistico indicati da una precisa segnaletica con tabelle su cui sono citati la toponomastica, la lunghezza in metri, il tempo medio di percorrenza e le caratteristiche principali delle grave. Al centro si trovano il Parco dei daini, l'Albergo Rifugio Foresta Umbra, l'Azienda Forestale, la chiesa di Sant'Antonio, il laghetto artificiale.
Flora
Floristicamente vi si possono distinguere tre zone: quella superiore della faggeta (84% circa di
faggi, in misura minore aceri, carpini ecc.); quella intermedia della cerreta (cerri e querce circa 45%, faggi 21%, poi carpini, aceri, tigli ecc.) e quella bassa del bosco mediterraneo con lecci e specie minori. Negli ultimi decenni si sono eseguiti rimboschimenti con pini neri, castagni, abeti, aceri e frassini. Al suo interno è possibile trovare un grazioso posto di ristoro, dove rifocillarsi con gustose pietanze.
Il Cerro di Vico
C'e' un un tratto della Foresta Umbra dove è presente un albero caratteristico denominato "cerro di
Vico", un albero di 400 anni sito davanti la Chiesa Francescana di Vico. Non si sa di preciso quando sia stato piantato, ma l'unica certezza è che il Frate che pose il seme (trovato vicino ad un abbeveratorio), Fra Nicola da Vico, mori' nel 1719, in età avanzata, da cui si puo' dedurre che il cerro sia secolare. Nel 1934, durante una tempesta, un grosso ramo cadde, lasciando un vuoto visibile ancora oggi. La chioma dell'albero ha raggiunto anche i 50 metri e la circonferenza è di circa 5 metri.

Fauna
La foresta Umbra ospita specie animali comuni e rari. Tra i primi possiamo trovare
cinghiali, caprioli, picchi e donnole; tra i secondi daini e gatti selvatici, questi ultimi predatori astuti che vivono lontani, nelle boscaglie. Purtroppo, gli animali tendono a diffidare dell'uomo a causa di alcuni suoi comportamenti poco adatti.

Utilizzi
I prodotti principali delle utilizzazioni sono rappresentati dal
legname, soprattutto di faggio.
Sport
All'interno della foresta tantissimi sono, come già precedentemente indicato, i percorsi naturalistici che si possono fare a piedi ed addirittura in bicicletta (mountaibike). Tante sono infatti le strutture alberghiere o i centri preposti dove è possibile affittare bici e avventurarsi in questa bellissima oasi paessagistica da soli o accompagnati da apposite guide su stradine predefinite.
Personalmente ho avuto il piacere di affrontare in mountainbike con altri amici alcuni percorsi presenti nella foresta. Uno spettacolo nello spettacolo. Bellissime piante dai colori affascinanti, animali di varia specie e soprattutto l'odore del muschio della vegetazione presente. Un'avventura a cui auguro possiate partecipare anche voi, onestamente, al piu' presto.
E' bene ricordare che per praticare questo tipo di sport (anche non agonisticamente) è sempre consigliabile munirsi di attrezzature adeguate e non uscire in bici mai da soli. Insomma portatevi sempre un caschetto da bici e le camere d'aria di ricambio, non si sa mai!
Infine giova rappresentare che, la foresta umbra rientra nel territorio del gargano a tutti gli effetti ed i comuni limitrofi sono: Vico del Gargano, Monte Sant'Angelo, Vieste, Carpino e Peschici.
Come arrivare sul Gargano???Onestamente le strade in alcuni tratti sono un po' impervie perchè ricche di tornanti e chi soffre di mal d'auto se ne faccia una ragione. Ultimamente pero' tanti i lavori portati a termine sul tratto stradale garganico che hanno permesso la creazione di gallerie a scorrimento veloce. In questa maniera sono state diminuite ulteriromente quelle che un tempo erano considerate come strade abbastanza impervie.
Devo dire pero' che la passeggiata fin su' il Gargano vale davvero la pena. Percio' prendete carta e penna e segnatevi queste indicazioni:
In Auto con partenza:
da Milano: seguire l'autostrada Bologna-Bari, uscita al casello di Poggio Imperiale e proseguire con la Superstrada Garganica. Uscita al casello di Foggia si prosegue per Manfredonia - Mattinata.
da Roma: seguire l'autostrada Roma-Pescara, imbocco nella Pescara - Bari, uscita al casello di Poggio Imperiale, poi proseguire con la Superstrada Garganica e la litoranea. Uscita al casello di Foggia si prosegue per Manfredonia - Mattinata.
da Napoli: seguire l'autostrada Napoli-Bari, uscita al casello di Candela, quindi Superstrada fino a Manfredonia.
In Treno: Arrivo alla stazione di Foggia e pullman per il Gargano. Arrivo alla stazione di Manfredonia e pullman per il Gargano.
In Aereo: Aeroporto di Bari Palese e Aeroporto di Foggia, poi treno o pullman per il Gargano.
http://www.vacanzevieste.it/
http//digilander.libero.it/anto985solution/album.htm
http://www.motowebcaserta.it/
Info by: http://it.wikipedia.org/wiki/Foresta_Umbra

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17 febbraio 2008

Nuovo bando per l'inserimento dei giovani baresi????

Gentilissimi visitatori, anno nuovo, cose gia' viste....
Il Comune di Bari sta organizzando per i giovani baresi un bando per il futuro inserimento lavorativo presso talune imprese del capoluogo.

Il progetto è sicuramente interessante e speriamo davvero che questa volta le cose riescano ad andare meglio (dal punto di vista organizzativo) rispetto al piu' famoso "salario di inserimento" creato nel 2007 e che vide, tra l'altro, numerosi scontri a livello politico, a livello di partecipanti, a livello di vincitori.

Ma, come si dice nei film, questa è un'altra storia......

Insomma, a tutti i possibili futuri candidati il consiglio è quello di tenere le orecchie tese e gli occhi aperti per i prossimi mesi, per vedere un pochettino come si metteranno le cose per l'intera faccenda.

Speriamo bene ragazzi miei.

Ve lo auguro di cuore!
Ecco l'articolo inserito sul sito del Comune di Bari a riguardo di quanto precedentemente indicatovi:

""""CONTRO IL PRECARIATO: BANDO PER L'ASSUNZIONE DI DONNE E GIOVANI

Contro il precariato, su iniziativa dell'assessorato all'Economia, (che ha inserito questa misura tra le prime azioni qualificanti del bilancio sociale di genere della città), dal 18 febbraio è in pubblicazione un bando rivolto alle imprese di Bari e dell'area ASI volto ad attivare una serie di tirocini formativi destinati a giovani fino ai 32 anni di età e donne senza limiti di età.

Obiettivo dichiarato dell'iniziativa è una misura sperimentale approvata dal tavolo tecnico per le Politiche del lavoro al quale siedono, accanto ai rappresentanti del Comune, quelli di Provincia, Regione, di associazioni datoriali e sindacali è favorire l'inserimento professionale di donne e giovani incentivandone l'assunzione a tempo indeterminato.

Le imprese, grandi e piccoli, hanno 60 giorni di tempo per presentare un progetto formativo che indichi quanti e quali lavoratori intendono assumere. Questi ultimi - giovani e donne - dovranno essere diplomati o laureati, e disoccupati da almeno 24 mesi: per i diplomati sono previsti 6 mesi di stage presso le aziende; per i laureati, 4 mesi: al termine del tirocinio, le imprese che vorranno assumerli a tempo indeterminato potranno accedere alla premialità prevista dal bando comunale.
Le aziende otterranno così il rimborso completo dello stage (750 euro mensili) e un contributo pari a 7.000 euro nel caso in cui assumano un under 32 e a 10.000 euro nel caso in cui il lavoratore prescelto sia donna. Questo per sostenere in particolar modo l'occupazione femminile in una terra che, come la nostra, vede a fronte di un alto tasso di scolarizzazione femminile, percentuali altissime di disoccupazione rosa.

Il Comune di Bari ha finanziato questo intervento con risorse proprie per 900.000 euro ai quali si aggiungeranno nei prossimi mesi circa 1.300.000 euro di provenienza regionale.
Se, come ci auguriamo questa sperimentazione andrà a buon fine ha dichiarato in conferenza stampa l'assessore all'Economia Cinzia Capano si potrà utilizzare questo stesso criterio per intervenire in tema di politiche attive del lavoro nel quadro dei finanziamenti europei 2007-13. Questo intervento, concordato con l'assessorato regionale al Lavoro, nasce del solco dell'esperienza del Salario di Inserimento, ma ha il vantaggio di aver compreso i limiti di quella esperienza. In questo caso, infatti, sono le imprese a scegliere i lavoratori, e i passaggi burocratici sono ridotti al minimo per snellire al massimo le procedure.

Il sindaco Michele Emiliano ha sottolineato il valore di questo intervento, ricordando come tra le funzioni istituzionali del Comune non rientri quella delle politiche del lavoro e come invece il Comune di Bari abbia scelto di lavorare insieme ad altri soggetti istituzionali per smuovere il mercato del lavoro offendo opportunità formative e professionali al maggior numero possibile di cittadini.

Ad oggi sono circa 1600 le persone coinvolte in progetti che in diversa misura riguardano il mondo del lavoro. Con questo non dico che abbiamo potuto creare 1600 posti di lavoro, ma che abbiamo agito e continueremo a farlo - per movimentare il mercato con una serie di interventi diversificati . In relazione al prossimo ciclo di finanziamenti UE ha continuato il sindaco è nostra intenzione ampliare al massimo le zone obiettivo impegnandoci per la creazione di una cultura d'impresa forte e radicata.

Sin dall'inizio del nostro mandato ha concluso Michele Emiliano abbiamo lavorato per riconnettere le diverse parti di questa città, ricucendo gli strappi, sanando le lacerazioni. Con questo bando abbiamo guardato in particolare all'altra metà del cielo, alle donne, e ai i giovani, nella certezza che il loro apporto sia fondamentale per uno sviluppo armonioso ed equilibrato del nostro territorio.""""""

Info by: www.comune.bari.it Immagine by: http://precaut.splinder.com/

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15 febbraio 2008

Masserie e torri nell'agro di Bitonto - 17 febbraio 2008

Salve a tutti cari amici e visitatori, quest'oggi riporto un lancio inserito sul sito di Ruotalibera Bari (http://www.ruotaliberabari.it/ ) molto interessante.
E si, perchè la grande associazione di ciclisti urbani ha organizzato una biciescursione in quel di Bari e Bitonto per osservare da vicino alcune zone storiche ed architettoniche del nord barese.
Ecco quindi il programma della citata escursione per tutti coloro fossero interessati a parteciparvi:
Masserie e torri nell'agro di Bitonto
Start: 17/02/2008 - 00:00
End: 17/02/2008 - 23:59
Una passeggiata in bicicletta alla scoperta delle bellezze storico- naturalistiche nell'agro di Bitonto.

Partenza : ore 8,30 da P.za del Ferrarese
Percorso : Km 50 circa, di cui km 15 di sterrato
Colazione : a sacco presso Bosco Loiacono
Contributo Assicurativo : 3 Euro
Capogita : Loredana D'Ambra e Emanuele Venezia
Rientro : ore 17,00 circa

Domenica 17 febbraio si svolgerà una ciclopasseggiata guidata, organizzata dall'associazione Ruotalibera Bari, per le vie rurali di Bitonto e lungo la lama Balice, percorrendo la viabilità rurale fino a raggiungere il Bosco Loiacono nell'agro di Palombaio.
Loredana D'Ambra, che ha curato l'individuazione dei siti da visitare ed Emanuele Venezia, per l'aspetto del percorso, guideranno i partecipanti con il contributo di Nicola De Toma e dell'arch. Gaetano Sblendorio, conoscitori del luogo.
La cicloescursione, si svolge lungo tutta la litoranea, partendo da Piazza Ferrarese a Bari alle 8,30, fino al titolo di Palese per poi inoltrarsi verso il centro di Palese fermandosi, come secondo punto di incontro a Piazza Capitaneo. Si proseguirà per Via Torre di Brengola, perimetrale aeroporto, Vecchia strada Palese Modugno, strada Misciano, Strada detta Balice, Via del Burrone, attraversamento della città di Bitonto, via Megra, Via Pannone, Torre di Lerma fino a giungere all'antica villa Marinelli nel cui bosco Loiacono adiacente è prevista una sosta per un pranzo pic nic al sacco di cui ognuno dovrà provvedere per sè. Infine ritorno a Bari, previsto nel pomeriggio sulla stessa viabilità. Un itinerario approssimativo di Km 50 .
I cicloescursionisti, in armonia con la natura, rilassandosi con il silenzio circostante e beneficiando dei profumi della campagna, raggiungeranno Torri e Masserie, percorrendo tranquilli sentieri, addentrandosi nel reticolo viario dell'agro di Bitonto, disseminato da palmenti e strutture rurali, patrimonio culturale e storico preziosi, come la torre Pingiello il casale Cascione, la Masseria Donna Nora
, la villa Pannone, la Masseria Torre di Lerma, la villa Marinelli, la torre di Cela, la Masseria Torre Spoto ed altre che non saranno, per questa volta, visitate: alcune di queste hanno mantenuto fin'ora inalterata la loro bellezza, altre purtroppo sono in condizioni di abbandono. Purtroppo l'evocativa bellezza delle stradine di campagna è intristita dalla presenza di immondizia e discariche abusive, per cui una necessaria area di intervento dovrebbe essere quella di ripulire e bonificare le strade deturpate oltre a promuovere una campagna di sensibilizzazione sul tema.
Tale iniziativa vuole contribuire a far conoscere il patrimonio storico e paesaggistico del nostro territorio nonchè possibili percorsi ciclabili che, lungo la lama Balice (Parco Naturale Regionale Protetto) e su tranquille strade secondarie, tra ulivi, vigneti e carrubi, potrebbero diventare un interessante itinerario cicloturistico segnalato, diretto a favorire il turismo naturalistico attivo, orientato alla mobilità lenta, domanda in grande crescita così come in tutti i maggiori paesi italiani ed europei. Fare, della nostra area protetta, una leva per il cosiddetto sviluppo sostenibile prima che giunga ad un pericoloso stato di degrado ed abbandono, è un impegno da affrontare con pragmatismo, facendo tesoro delle esperienze di molti studiosi di storia del territorio circostante che fin'ora si sono impegnati per valorizzare la nostra zona non ancora molto conosciuta. L'uso della bicicletta è fondamentale per uno sviluppo sostenibile che rispetti la vivibilità dell'ambiente ed anche è da sottolineare quanto la promozione di vie, itinerari e infrastrutture per la mobilità dolce possa avere importanti ricadute sullo sviluppo di forme di turismo e di economie sostenibili. Il settore turistico in Puglia è trainante per l'economia e come tale deve saper affiancare alla tradizionale offerta di luoghi e siti storici, una sempre maggiore attenzione alle esigenze del turista d'oltralpe orientato al turismo attivo naturalistico.
Info e immagini by: www.ruotaliberabari.it

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10 febbraio 2008

Evviva il risparmio idrico!

Gentili amici e visitatori riporto questo interessante lancio giornalistico su una questione importante come quella del risparmio idrico a Bari e provincia:

""""Bari: Acquedotto, da lunedì comincia distribuzione kit risparmio acqua

Scritto da Pasquale Dibenedetto (http://www.notizie-online.it)
Prosegue con successo l'iniziativa dell'Acquedotto Pugliese 'Piu' risparmi acqua piu' fai ricca la tua terra' che prevede la distribuzione del kit per risparmiare acqua. Oltre 60.000 cittadini hanno gia' richiesto gratuitamente il kit per il risparmio idrico ed energetico. E da lunedi' comincia la distribuzione per Bari e provincia. Il kit e' composto da tre riduttori di flusso per rubinetto ed uno per doccia. I riduttori, detti anche frangi getto, sono semplici dispositivi, facili da installare, che aggiungono aria al flusso di acqua, con il risultato che l'intensita' percepita resta invariata, anche se in realta' la quantita' di acqua che scorre e' minore. Applicandoli ai rubinetti di casa, consentono di risparmiare acqua e quindi energia per riscaldarla, fino al 50%.Nella provincia di Bari i kit sono distribuiti negli Uffici Assistenza Clienti Aqp e dei Comuni che aderiscono all'iniziativa, dall'11 al 29 febbraio. I Comuni sono: Bari, Acquaviva delle Fonti, Alberobello, Adelfia, Bitonto, Altamura, Capurso, Bitritto, Castellana Grotte, Cassano Murge, Conversano, Cellamare, Locorotondo, Giovinazzo, Mola di Bari, Modugno, Noci, Molfetta, Poggiorsini, Noicattaro, Putignano, Polignano a Mare, Ruvo di Puglia, Rutigliano, Sammichele di Bari, Sannicandro di Bari, Terlizzi, Triggiano, Toritto, Turi, Valenzano. """"""
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Ebbene, cari ragazzi, amici e visitatori, il tema affrontato dal bravo giornalista sulla politica di risparmio promossa dall'Acquedotto Pugliese è un segno tangibile di quanto l'ottimo Ente nostrano stia facendo per salvaguardare la ricchezza maggiore alla base della vita: l'Acqua.
Partiamo dal presupposto che l'acqua pugliese è forse una tra le migliori d'Italia per purezza e qualità, bisogna in tutti i modi preservarla dall'inquinamento e dallo spreco quotidiano. Sissignori, lo SPRECO!Una cosa deplorevole che piccoli e grandi fanno da una vita!
Quante volte al giorno vi lavate i capelli, i panni, fate la doccia, il bagno, pulite la casa, lavate i piatti, per non parlare del lavaggio della macchina con la pompa o l'innaffiamento delle piante!!!????Ci avete mai fatto caso di quanta acqua (potabile) sprecate????
Alla gente il piu' delle volte non gliene frega niente di quanta acqua butti via, tanto una volta pagata se ne puo' fare quello che vuole, giusto????No, non è giusto, assolutamene. Non è giusto perchè l'acqua è un bene comune ma è anche una risorsa da non rovinare cosi' come se nulla fosse.
Baseterebbe un po' piu' di accortezza negli usi quotidiani per cercare tutti insieme di risparmiare almeno una piccola parte.
Capisco che oggigiorno si è abituati a ritmi di vita celeri, ad un modo di fare sbrigativo e che non puo' avere contrattempi ma, diavolo d'un diavolo, davvero basta un po' piu' di attenzione.
Vedete, il kit che l'Acquedotto sta dando a tutte le famiglie della provincia di Bari serve effettivamente per far confluire l'acqua di casa con una quantità minore di quella normalmente erogata. Considerate che continuerete a lavarvi, a pulire, a fare insomma quel che sempre avete fatto risparmiando voi e facendo risparmiare all'Acquedotto tanti soldini. Un'idea davvero carina no???
E allora, mi raccomando, per iniziare cercate di dimezzare l'uso di un bene cosi' prezioso almeno per le piccole faccende domestiche. Poi, magari cercate di rimanere sotto la doccia dieci minuti invece dei soliti venti, se dovete pulire per terra riempite mezzo secchio e non un intero e cosi' via. Muore qualcuno???Casca il mondo???Non credo proprio.
Se adoperate questi piccoli accorgimenti l'acqua bastera per tutti quanti, non ci saranno quartieri dove arriva a singhiozzo, non ci saranno piu' lamentele e questa stupenda risorsa naturale basterà pure per il domani alle generazioni future.
Ricordate percio' che l'acqua non è solo vostra, ma di tutti. E come voi anche gli altri hanno diritto di usufruirne!

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03 febbraio 2008

Cellamare (BA)

Cari amici ben trovati a tutti. Dopo tanto tempo ritorno a parlare dei paesi della provincia barese. Oggi tocca alla città di Cellamare.
(fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Cellamare). Cellamare è un comune di 4.678 abitanti della provincia di Bari, che dista 12km a Sud-Est dal capoluogo della Regione Puglia, Bari. Le sue origini si fanno risalire al secolo XI; l'unico documento attendibile in tal senso puo' essere considerato uno statuto delle città e delle terre appartenenti all'Arcidiocesi di Bari, compilato nel 1171 dall'Arcivescovo Rainaldo nel quale per la prima volta si cita una località di nome Cellamare o Cellamarii. Alcuni storici sono invece concordi nel segnalare l'esistenza di questo sito o villaggio di pastori e contadini in concomitanza con le escursioni saracene. Si racconta infatti che nel 988 i saraceni attuarono una delle piu' feroci incursioni nel territorio intorno a Bari, depredando le popolazioni ed incendiando le loro abitazioni. Dopo aver distrutto Ceglie e Valenzano si trasferirono nel territorio di Capurso, ma qui furono respinti ed uccisi dai capursesi e cellamaresi. La zona ancora oggi viene chiamata Massaracina per ricordare il massacro dei saraceni. In quanto al toponimo "Cellamare" gli storici rimandano all'episodio riguardante l'arcivescovo di Bari Giovanni V, che a seguito della distruzione di Bari perpetrata dal sovrano normanno Guglielmo il Malo si rifugio' col suo seguito nel territorio che da allora muto' il nome da Cella Amoris in Cella Amaris per sottolineare il dolore degli esuli. Si ignora come e quando Cellamare si tramuto' in feudo. Il primo signore di cui si hanno notizie è Roberto Venato. Gli successe il fratello Galeotto Venato, morto nel 1294. Con la sua scomparsa il feudo di Cellamare passo' al Regio Fisco, cioè allo Stato per mancanza di eredi. Trasformatosi nuovamente in feudo nel 1407, Cellamare fu appannaggio di diverse famiglie (Sandionigi, Di Sangro, Marra, Caracciolo), fino a quando con l'avvento di Murat passo' al regno di Napoli.
IL BORGO
L'attuale chiesa della SS. Annunziata è costruita sul suolo di un'altra antica chiesa edificata sulle fondamenta dall'arcivescovo Rainaldo (1171-1188). La nuova chiesa fu costruita nel 1854 sotto l'arcivescovo di Bari Michele Basilio Clary, come si rileva dall'epigrafe posta sotto l'architrave della porta maggiore. La pianta è ad una navata con tre cappelle per lato. All'interno è possibile ammirare un pregevole dipinto su tavola raffigurante lo "sposalizio di Santa Caterina). Il dipinto è attribuito alla scuola fiorentina del secolo XII. Sullo stesso piano della facciata si eleva la Torre Campanaria costituita da grossi conci in pietra e divisa in due ordini. Quello inferiore ha una luce quadrilobata in cornice circolare; l'ordine superiore, che si sopraeleva dall'altezza della chiesa, è la cella campanaria con lesene angolari e bifore. La Torre Civica, comunemente chiamata Torre dell'orologio, si erge in Largo don Bosco di fronte alla chiesa matrice. Realizzata nel 1923 è composta da un basamento trapezoidale. Una piccola scaletta interna conduce al piano del loggiato dotato di quattro bifore, una su ogni lato, costituite da tre colonnine in pietra locale. Il secondo piano è decorato da una scultura a basso rilievo che raffigura lo stemma comunale
Da un articolo di M. Saraceno edito su "La sera del Corriere delle Puglie" il 14 maggio 1922
LA STORIA.
La storia della minuscola Celi Amor, o Cella Amoris, come fu chiamata piu' tardi e Cellamare; come chiamasi oggigiorno, oltre a presentare piu' o meno quell' interesse che tutte le storie particolari della città hanno per lo studioso di cose patrie, racchiude, noi crediamo, un interesse veramente speciale per il filologo: l'origine del nome, o meglio la trasformazione del nome. Dall' esame etimologico della parola Cellamare, balza, come vedremo, quasi intera la storia del comunello della provincia di Bari. Il primo documento in cui è nominato Cellamare (Cellamarii) per quanto consti a noi, è del 1171. E' uno statuto della Città e terre appartenenti alla archidiocesi di Bari, compilato dallo stesso Arcivescovo Rainaldo. Bisogna pero' notare che dalla Bolla di Papa Alessandro III dello stesso anno (III kal. Julii, V. indictio ), sul medesimo oggetto, non è segnata Cellamare. Cio' vuoI dire che questo paese era del tutto tra scurabile e affatto sconosciuto alla Curia Romana. Difatti dagli storici baresi sappiamo che Cellamare era formata, a quei tempi, da unavilla di proprietà degli arcivescovi di Bari, circondata da misere capannelle, abitate da pastori e da contadini che lavoravano le terre circostanti, appartenenti pure alla stessa mensa arcivescovile. Questa villa situata ad un miglio a sud di Capurso, chiamavasi prima del 1171 Celi Amor e Cella Amoris, come risulta da altri autori. In essa, secondo il Beatillo, il Cerri, e il Carruba, gli arcivescovi Baresi passavano i mesi piu' caldi dell' anno. E noi non stentiamo a credere che, per l'aria salubre che ivi si respira per il clima temperato che vi si gode, per l' amena posizione su cui è messa e per la verdeggiante campagna che la circonda, Cellamare non sia stata in quei tempi degni di tal nome ammaliante: Celi Amor. Ma purtroppo, giorni di scorno eterno e di beffe atroci si maturavano per la piccola borgata. Era arcivescovo di Bari Giovanni V, consacrato da Papa Eugenio III il 12 febbraio 1151, quando scese in Puglia Guglielmo il Malo, Re di Sicilia, il quale dopo aver distrutto parecchie città pugliesi, come Gioia del Colle, Bitetto, ecc., si avvio' alla volta di Bari con sanguinosi intendi menti, perchè i Baresi avevano dato man forte al Conte Loritello e a Roberto di Basville, nemici di lui; perchè avevano accolto nella loro città il Paleologo greco, comandante le truppe greche, e perchè infine avevano distrutto il regio castello. Marciando cosi' adirato il Re alla volta di Bari, continua il Garruba; i cittadini certamente ad insinuazione di Giovanni, uscirono ad incontrarlo senz' armi, ed in abito di penitenza chiedendo misericordia. Ma altro non ottennero se non lo spazio di due giorni per uscire di città con quanto potevano trasportare. Dopo di che, spia nata prima le mura, la nostra Bari, si' ricca, si' popolata, si' celebre fu ridotta in un mucchio di pietre, che il popolo disperse nei luoghi circostanti. L'afflitto nostro Giovanni si ridusse con buona porzione del clero e con qualche altro della città in una villa detta Cella di Amore. Se l'indole di questa breve monografia ce lo permettesse noi ci proveremo a ricostruire le peripezie ora tragiche ora buffe che certamente saranno accadute durante il viaggio a quella tipica comitiva che si recava in esilio dopo essere sfuggita per miracolo alle unghie di Guglielmo il Malvagio, e ci sforzeremo di riferire i soliloqui e i dialoghi aggirantisi, forse attorno al destino serbato loro dalla nuova residenza, che i veri personaggi, dall'afflitto Giovanni all'opulento Canonico cantore, dallo smilzo pri micerio, al rubicondo confessore del monastero, avran potuto fare, durante il penoso cammino. Noi ci asteniamo dal far cio' e lasciamo che la fantasia, del benevolo lettore si sbizzarrisca a suo talento. Gli facciamo solo considerare che quei poveri reverendi, dopo le terribili notizie avute per parecchio tempo delle atrocità commesse dalle soldatesche di Guglielmo nelle altre città dopo la tremarella provata nel sentire che quei diavoli di normanni col loro satanasso alla testa erano già alle porte di Bari, dopo lo spavento provato nel vederseli davanti in carne ed ossa duri alle loro preghiere, pronti ad abbattere la loro patria e a commettere ogni sorta di atrocità non avranno avuto altro pel capo che di fuggire lontano per salvarsi la pelle. Percio' l' invito rivolto loro dall'Arcivescovo Giovanni giunse in buon punto e li rassicuro' e li consolo' tanto piu' che il loro soggiorno aveva il piu' seducente, il piu' affascinante dei nomi: Celi Amor. Di leggeri si. Immaginerà che la loro fantasia percorreva o pre gustava la tranquillità le dolcezze l'incantesimo della nuova vita! Siamo giusti: dopo quel po' di ben di Dio, avevan veramente bisogno di pace e di quiete. Ma, poichè come abbiamo detto sin da principio, Cellamare in quei tempi era composta della villa dello arcivescovo e di qualche capanna di pastore o di contadino, il lettore immaginerà anche facilmente che per i numerosi ospiti (buona parte del clero e qualche altro della città- certamente nobile - pensiam noi) saranno state addirittura insufficienti le abitazioni trovate disponibili. E difatti sappiamo dal Cerri che l'Arcivescovo Giovanni fece costruire delle altre case: "domus construi fecit " Ma non dice quando furono edificate queste case se cioè prima dell'arrivo dei profughi o dopo, quando se ne vide il bisogno. Noi siamo per quest' ultima ipotesi e allora, fin a quando le case non saranno state pronte, come avran fatto a stare tutti nella vecchia villa? E dopo la costruzione delle nuove stanze saranno stati contenti i malcapitati fuggiaschi baresi di vivere in ambienti fatti di fresco e percio' umidi? Tutte queste considerazioni ci inducono a credere che il luogo di rifugio offerto loro dall'arcivescovo non rispondeva alle esigenze anche, modeste della comitiva, e che molti, se non proprio tutti, avranno cominciato a mormorare contro l' "Amore" di quella "Cella ", che avran trovato troppo fredda e non conforme a quanto si aspettavano. A questa. situazione troppo amara, se ne aggiunse un' altra di capitale importanza. Che provviste avran potuto avere quei pastori, quei contadini in tempi calamitosi? Ne, pensiamo, sarà mancato il caso di fare assegnamento sulla campagna, che era deserta, devastata ed ammiserita dalle continue scorrerie dei soldati stranieri. Percio' i reverendi, noi temiamo forte avran sofferte, oltre ai mille disagi della vita di profughi, anche la fame! Giunte le cose a tal punto, i fuggiaschi baresi, noi crediamo, non avranno avuta che una idea: vendicarsi contro la Cella d' Amore, causa di tante sciagure. E per vendetta avranno cambiato il se ducente, l' ammagliante, l'ingannevole nome al misero yillaggio e gli avranno imposto il nuovo di Cella Amaris. E ne avevan per bacco, un sacco ed una sporta di ragioni! Qui il nostro lettore potrebbe osservarci: le vostre ipotesi (e di fatti sono ipotesi} non reggono; noi vogliamo fatti accertati. Dove sono i documenti "storici? Noi a tale domanda rispondiamo che sfortunatamente documenti, non ve ne sono, e, meglio, non ne abbiamo potuto trovare. Forse qualche notizia avremo potuto ricavare da quel mucchio di carte antiche che, in pascolo ai topi esistevano nella soffitta di quella casa comunale, e che dall'autorità Sindacale, di parecchi anni fa non ci fu permesso neanche di toccare. Ma, se mancano i documenti le considerazioni che andremo facendo vogliamo sperare riusciranno a tra scinare il benevolo lettore nel campo della nostra tesi:
E' fatto certo che all'epoca della distruzione di
Bari e della conseguente emigrazione dei preti e nobili baresi, l'odierna Cellamare nominavasi Cella Amoris come fanno fede il Beatillo e il Garrubba.
Nello
Statuto dell'Arcivescovo Rainaldo nell' anno 1171 cioè quindici anni dopo la distruzione di Bari questa piccola terra è chiamata col nuovo nome Ce1lammarii , nome già riconosciuto come il piu' appropriato ad essa. Lo stemma di Cellamare è - a nostro avviso - 1a conferma piu' convincente di quanto abbiamo esposto. Esso rappresenta una sirena in mezzo al mare, sormontata dalle parole Celi Amor. Si sa da tutti che le' sirene erano delle deità mitologiche, dotate di rara bellezza, le quali, col loro melodioso canto, attiravano i naviganti, che poi facevano morire. Noi crediamo che negli involontari digiuni e astinenze, nelle lunghe e scomode veglie, i canonici baresi, gente letterata e forse dotta in mitologia avrà detto: anche Celi Amor è una sirena. Col suo nome ammagliante, attraente (e per cio' scritto a caratteri cubitali sulla parte piu' alta dello stemma) ci ha dapprima adescati e poi ingannati condannandoci a morire di fame e di disagi. Ed ecco la sirena a simboleggiare l' inganno patito dai profughi baresi. Che Cellamare nel 1156 sia stata tanto amara che poco piu' morte, è facile desumerlo da cio' che è oggi giorno nel secolo XX, nel secolo dell'elettricità e dei dirigibili. E diciamo cioè senza la minima idea di offendere il popolo di Cellamare, che per la sua laboriosità per la sua ospitalità e per la sua bontà è degno di stima e simpatia.
CELLAMARE NELL'ETA' PREISTORICA
Nel territorio di Cellamare non vi sono tracce di insediamenti risalenti all'età della pietra. Solo verso il XV secolo a.c., nell'età del
bronzo, la vita si affaccia nella zona "COCEVOLE", ad un paio di chilometri dal paese, sulla via vecchia per Casamassima. è qui che si sviluppo' il primo insediamento nell'area dell'odierna Cellamare. Dai numerosi reperti ritrovati nella zona è facile dedurre che si tratto' di un insediamento di eccezionale importanza e che occupo' una grande area di territorio. La posizione favorevole derivava dal fatto che l'avvallamento, che si oggi si osserva, era un importante via canale (solco torrentizio) che partiva da Monte Sannace, presso Gioia del Colle, proseguendo in direzione della vicina Cellamare ed Azetium, che si trovava tra Noicattaro e Rutigliano, e passando dinanzi alla chiesetta rurale dell'Annunziata, nel territorio di Rutigliano, sfociava nell'Adriatico dove oggi è la città di Mola di Bari. La parola Cocevole significa orto , campo in cui crescono bene gli ortaggi. Come mai è stata data questa denominazione a questo angolo dell'agro di Cellamare? Se c'erano gli orti allora c'era acqua? E che acqua: quella sorgiva o quella piovana? Se esaminiamo attentamente la struttura del suolo, ci accorgiamo che esiste un avvallamento, una leggera lama. E' il letto di un corso d'acqua che non c'è piu'. Quando la pioggia cade già per diversi giorni l'acqua forma un grande pantano, essendo la zona piu' bassa di quelle circostanti. Se c'è un'alluvione l'acqua passa proprio di là. Non va dimenticato che le popolazioni primitive costruivano i loro villaggi proprio lungo i corsi d'acqua che permettevano di spostarsi, con una certa facilità , da una zona ad un'altra. Inoltre, la zona Cocevole, è piu' alta delle altre e percio' permetteva agli abitanti di controllare le vie di comunicazione e di difendere le abitazioni che erano piu' giù. Le attività praticate erano la pastorizia e l'agricoltura. La maggior parte dei reperti, riportati in superficie durante i lavori di trasformazione delle colture, purtroppo è andata persa. Non sono pochi i contadini, i piu' anziani, che possono testimoniare che gli aratri meccanici hanno fatto riaffiorare decine di lastroni calcarei ,cocci ,anse ed oggetti di pietra. Nella stessa zona si trovano, come dicono i contadini, i "paretoni". Si tratta delle "muragge" ossia muri formati di pietre, poste le une sulle altre con bravura e perizia, senza malta, a secco. Diversi storici ritengono si tratti di monumenti sepolcrali "i dolmen". Esistono tre principali tipi di dolmen: il primo è costituito da una galleria con lastroni di pietra laterali, sormontati da altri lastroni, poi coperti da un cumulo di pietrame a forma ellittica; il secondo consiste in un sarcofago in pietra ,ricoperto come il precedente da pietrame a forma ellittica; il terzo, piu' modesto, consta di un piccolo sarcofago monolitico coperto da un minuscolo cumulo di pietre. Quest'ultimo tipo si nota nel territorio di Cellamare, in agro Cocevole.
Il Menhir di Cellamare
In territorio di Cellamare, e precisamente al confine tra il territorio di Noicattaro e Cellamare, strada della Cappella, sulla via per Rutigliano è ubicato un menhir. Quel blocco di pietra su cui è incisa la parola "NOJA" ha un grande valore archeologico ed ha millenni di vita. Come i dolmen, anche i menhir, per molto tempo, hanno stuzzicato la fantasia popolare. Il significato di questi monoliti è tuttora oggetto di studi. Diversi sostengono che la loro funzione fosse quella di segnalare il confine tra territori . Non manca chi sostiene che fossero punti di riferimento per la viabilità dell'epoca. Il termine proviene dal dialetto brettone e letteralmente significa "pietra fitta e lunga" ("men" pietra, "hir"-lunga). Il menhir di Cellamare è un segno dimostrativo (forse unico) del sistema antico divisionale dei territori amministrativi.
Stemma comunale: cosa significa e da dove trae le sue origini?
Delle "
Sirene" parla ufficialmente il Pomba nella sua enciclopedia del 1953 definendole come dee marine, figlie di Acheloo e Calliope, che dalle Muse gelose furono trasformate in mostri: donne fino alla cintura e di qui in giu' pesci; con la voce affascinante attiravano i naviganti a precipitarsi in mare. Venivano localizzate sulle spiagge del mar Tirreno, fra Caprera e la costa Italiana: Presso Sorrento sorgeva loro un tempio ed il sepolcro d'una (Partenope) era a Napoli, dove ogni anno si faceva una corsa con le fiaccole in onore delle sirene. In araldica la figura tradizionale della Sirena è simbolo di bellezza fallace.
Sant'Amatore , Il Santo Patrono
Nacque a Tuccitano in
Spagna. La sua adolescenza e giovinezza fu radiosa. I suoi bravi e buoni genitori gli insegnarono ad amare Dio ed il prossimo, specie i sofferenti. Perduta la mamma, il babbo prese Amatore e gli altri figli e si trasferi' a Cordova per mandarli comodamente a scuola. Il suo maestro fu il dotto e santo vescovo Eulogio. Anche questo morirà martire. Infuriando la persecuzione musulmana si uni' ad un monaco di nome Pietro, a Ludovico fratello di Paolo diacono e martire, entrambi Cordovesi, e si lanciarono da leoni alla conquista delle anime. Furono afferrati, trucidati. I loro corpi furono buttati nel fiume Quadalquivir il 30 aprile 855. Dopo alcuni giorni i tre cadaveri, trovati sulla spiaggia di Beta, furono raccolti da mani pietose. Dio preparava il trionfo ai suoi eroi. Il Papa Clemente X dava la reliquia insigne di S. Amatore al Duca di Giovinazzo, D. Domenico De Iudice, che, in missione di ubbidienza ando' a Roma con D. Pietro di Aragona luogotenente del Re di Napoli. Il Duca di Giovinazzo la donava a Cellamare verso l'anno 1670.
- Si ricorda che:
L'ultima Domenica di Aprile per l'intera mattinata è presente il cosiddetto mercato generale, dove è possibile reperire quasi ogni sorta di articolo, dal piu' comune al piiu' strano e ricercato. Nel pomeriggio c'è il consueto corteo storico per rievocare la consegna delle reliquie di Sant'Amatore alla Chiesa Matrice del Paese S. Maria Annunziata.
La Domenica successiva, che è la prima del mese di Maggio, c'è la celebrazione della
S. Messa officiata nella Chiesa di S. Maria Annunziata in Piazza Don Bosco, con relativa processione. In serata fuochi artificiali e concerto di musica classica in Piazza Aldo Moro.

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