La città di Noicattaro

Sulla costa adriatica, ad appena 6 Km dall'attuale centro abitato, il tratto litoraneo della Via Traiana lambiva altri insediamenti nei luoghi dove oggi sorge Torre a Mare.
Nella fascia costiera del territorio di Noicàttaro sono state rinvenute tracce della presenza umana risalenti in alcuni casi al Neolitico; invece nell'entroterra, verosimilmente lungo il tracciato dell'antica viabilità, sono state scoperte necropoli risalenti ad epoca preromana, fra tutte merita una citazione la sepoltura di un guerriero databile intorno al VI secolo a.C., il prezioso corredo funerario scoperto è conservato nel museo archeologico di Bari.
Il paese attuale nasce tra l'XI e il XII secolo come piccolo villaggio ("Locus Noa") cinto da mura e protetto da una torre feudale e da una chiesa, attorno alla quale si disponevano le abitazioni.
Le prime tracce di "Noa" negli antichi documenti risalgono al X secolo ed è difficile pensare che il nuovo villaggio non abbia fornito rifugio agli abitanti degli insediamenti preesistenti sulla costa (ora Torre a Mare) ed anche della vicinissima "Azetium", tutti distrutti dai predoni saraceni dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Per quanto Azetium è ritenuta la progenitrice dell'attuale comune di Rutigliano essa sorgeva in prossimità di Noicattaro, in contrada Castiello, sul ciglio del torrente Lama Giotta ed era cinta da una possente cinta muraria circolare le cui tracce si distinguono tuttora nelle mappe satellitari di Google Maps.
È possibile rintracciare testimonianze riguardo il primo Signore di Noa, Goffredo di Conversano, un normanno nipote di Roberto il Guiscardo, seguito da Cornelio de Vulcano nominato nel 1187 primo conte di Noa da Federico II del Sacro Romano Impero. In seguito, il feudo fu acquistato dai Carafa, ramo della Stadera, che con il titolo di duchi di Noja furono i signori che più a lungo tennero in dominazione la citta dal 1592 al 1806, quando i privilegi feudali furono aboliti nel Regno di Napoli grazie ad un editto del Re Giuseppe Bonaparte.
Nei secoli, forse per un influsso spagnolo, andò consolidandosi la tradizione della penitenza e della flagellazione quaresimale, elementi tuttora vivi nei riti della settimana Santa.
In segno di rinnovamento dopo l'Unità d'Italia e per evitare l'omonimia con altri comuni il paese cambiò nome (23 ottobre 1862) da Noja (l'antica Noa) in Noicàttaro.
Nel 1934 la fascia costiera del territorio del comune di Noicàttaro (corrispondente all'attuale Torre a Mare) venne annessa al comune di Bari.
Noicàttaro può annoverare la presenza di numerose chiese, come la





Merita una citazione il palazzo ducale, di cui resta il portale principale sito in piazza Umberto I e qualche traccia dei giardini pensili che un tempo l'adornavano. La leggenda popolare narra di un sottopassaggio fatto di cunicoli utilizzati dai castellani per fuggire in caso di pericolo.
Interessanti nella evoluzione architettonica locale alcune costruzioni risalenti al '700 e '800: Palazzo Antonelli, Palazzo Capruzzi e Palazzo Positano ora Macario.
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