Il Capocomitiva di Bari

Benvenuti, questo è il mio primo "BLOG". Per quanti di voi che abbiano intenzione di conoscere attualità, cronaca, divertimenti e tradizioni della città di Bari e non solo. Potrete fare due chiacchiere con me lasciando i vostri commenti o consigli in maniera seria ed io saro' felice di rispondervi. Buon divertimento Amici miei. Un saluto da Sergio "Il Capocomitiva". P.s.: Per la realizzazione di questo Blog nessun pugliese è stato maltrattato......

19 febbraio 2009

Ciao Francesco!

Beh, direi proprio che sia arrivato il momento di dedicare un post ad una persona davvero eccezionale: mio cugino Francesco!
Apro una piccola parentesi: Ti anticipo subito cuginetto, questo post sono strasicuro che non ti piacerà perchè rievoca un periodo del tuo tempo sicuramente non bello, ma sento di dovertelo, percio' non rompere come tuo solito.....

Mio cugino Franck, cosi' come lo chiamo io, è un ragazzo in gamba (non lo dico perchè è un mio parente...). Una persona solare e sempre sorridente. Quest'anno si è imbattuto in un'avventura, una brutta avventura che credo lo abbia segnato profondamente. A settembre il giovanotto (piu' piccolo di me di pochi anni) purtroppo mentre stava rientrando a casa con la sua automobile, ha avuto un grave incidente stradale. Maledettissima pioggia e maledettissimo asfalto viscido hanno fatto si che l'auto sulla quale viaggiava andasse a carambolare e cappottare tremendamente. Nell'impatto, non so quale Santo lo abbia davvero protetto (e Lo ringrazio), è fortunatamente uscito vivo, seppure in gravissime condizioni. Un brutto incidente in cui per poco ci rimetteva entrambe le gambe. A distanza di mesi, ancora oggi, dopo vari interventi e trasfusioni iniziali si sta lentamente mettendo in piedi, nel vero senso della parola.

Questo ragazzo, cosi' come tutti coloro che hanno passato un'esperienza simile, puo' raccontare davvero di aver visto la fine. E' una cosa del genere credo che ti cambi, ti cambi profondamente nell'animo, inizi davvero ad amare la vita dopo una cosa del genere.

Da allora di miracoli ne sono successi tanti. Non esagero e vi spiego i motivi. Con mio cugino ho sempre avuto un ottimo rapporto ma, vedete, ci vedevamo e quando capitava si usciva insieme, si rideva e si scherzava e poi ognuno a casa propria.

Da quel giorno il nostro rapporto di parentela è cresciuto davvero tanto, in meglio e sicuramente ci siamo avvicinati tantissimo, una cosa davvero bella, quanto magari insolita agli occhi di tanti.

Si incazza con me perchè crede che sia un peso andarlo a prendere nei week end a casa sua e mi rompe perchè è convinto che gli dica una bugia, una fregnaccia come si dice a Roma...Ma io son testardo e non lo mollo sto wallione!!!

Siamo usciti e ho avuto la possibilità di farlo stare con i miei amici e farlo distrarre e lui ha fatto altrettanto presentandomi ai suoi compagni.

Devo dire che, al suo posto, non so fino a che punto avrei continuato a sorridere e a stare sereno e a far finta di nulla sapendo che mi sarebbero toccati successivamente mesi e mesi di terapie e riabilitazioni pesantissime. Uno shock soprattutto psicologico che avrebbe spezzato l'umore di chiunque, figuriamoci quello di un ragazzo di 29 anni!

Ecco, dunque, i miracoli che si sono susseguiti nel tempo: il primo è sicuramente quello di averlo visto vivo dopo quel giorno, il secondo è quello di vederlo piano piano progredire nella sua riabilitazione, il terzo, non meno importante, è quello di aver visto espandersi un bellissimo rapporto di amicizia non piu' da semplice cugino, ma direi da fratello, che spettacolo!

Beh, secondo alcuni non bisogna credere al destino perchè la vita uno se la sceglie da se'. Sono d'accordo in parte. Certe volte il fato è davvero strano, la vita è strana e non si puo' programmare nulla, nè le cose semplici, figuriamoci le cose piu' importanti. Ci si chiede magari quello che il futuro riserva, che succederà tra 5, 10, 20, 30 anni. Come si fà?Non lo sa nessuno, gli eventi vengono da se' e con relativi annessi e connessi. Il destino ci fà trovare in situazioni bellissime o purtroppo magari tragiche. Il destino pero' puo' portare a farci trovare, proprio a causa di taluni eventi, delle persone che non avremmo mai immaginato di incontrare prima, persone adorabili spesso. Ci avete mai pensato?

Ho imparato tantissimo da questa storia e sto continuando giorno dopo giorno a scoprire nuove situazioni. Pazzesco. Davvero pazzesco. Un concatenarsi di eventi che sono partiti tutti da quel maledetto giorno.

In conclusione e tornando alle cose serie, cio' che apprezzo di Franck è sicuramente il suo carisma e la sua illimitata pacatezza e serenità. Chissà magari un po' lo invidio per queste sue bellissime qualità!!!Scherzo, sono belle cose che ognuno porta in dote dalla nascita. E non si scappa.

Un grande ragazzo, a cui auguro davvero di cuore un grandissimo bene e un felicissimo ritorno alla vita che lo aspetta in futuro.

Quanto a me, continuero' a mandarlo male ogni qualvolta mi chiederà scusa per avergli dato uno strappo in macchina la sera!!!!!

Insomma caro Franck ti dico queste parole:

Grazie di tutto quello che hai portato di bello e di nuovo nella mia vita, anche se purtroppo generato da una bruttissima disavventura che certo non ti ricapiterà piu'!

So che hai versato lacrime solitarie i primi giorni, lacrime amare, lacrime non di dolore fisico, ma provocate soprattutto dalla indifferenza di quegli amici che credevi tali e che invece ti sono mancati, soprattutto nel momento del bisogno.

Ma tu sei andato oltre. Hai aperto il tuo cuore e molte di quelle persone le hai perdonate. Come se nulla fosse mai accaduto.

Caro Franck, sappi che io, cosi' come tutti gli altri amici, quelli sinceri, non ti lasciamo da solo, nè ora e nè mai. Continua cosi'. Sei un grande e ti voglio e ti vogliamo bene per questo. Non dimenticarlo. Ciao Francesco!

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17 febbraio 2009

Musica maestro....il mondo nuovo!

Certo che di cose belle e brutte nella mia frastornata vita ne ho fatte. Alcune cose meno belle ma altre sicuramente fantastiche. Questo è il caso che mi si è presentato alla veneranda età di 32 anni quando mi è stato proposto da una persona meravigliosa di accompagnarla a seguirla ad un concerto di musica classica. Direte voi :""Quale sarebbe la cosa bella??"". La risposta è presto detta. Il sottoscritto non era mai stato ad un concerto di musica classica e per di piu' con una compagnia di tutto prestigio!Ho avuto il piacere e l'onore di assistere a questo fantastico spettacolo assieme ad una "addetta ai lavori". Vi garantisco che la musica cambia notevolmente con la guida di qualcuno preparato affianco!
Appuntamento presso lo Sheraton Nicolaus Hotel (strafighissimo hotel di Bari) nella saletta dedicata ai concerti ed alle riunioni. Ore 21,00 del giorno 13 febbraio Anno del Signore 2009. Mi è stato sconsigliato di vestirmi da pinguino perchè non ne sarebbe valsa la pena. Io, da bravo esecutore di ordini, mi vesto da perfetto minchione trentenne con maglione e jeans.....

Vabbè, entriamo in questa carinissima e caldissima struttura e ci accomodiamo in pole position di fianco al palco. A poco a poco entrano in sala tutti i musicisti della bellissima ORCHESTRA SINFONICA DELLA PROVINCIA DI BARI (nata tra l'altro nel 1968, per chi non lo sapesse ed attualmente affidata alla guida del direttore M.o RENZI, del Conservatorio "Piccinni" di Bari ). Lo spettacolo in programma per la serata è "Schulhoff" concerto per pianoforte e piccola orchestra op. 43 e a seguire "Schubert"Sinfonia nr. 8 "la grande" diretta dal maestro Gunter Neuhold, con l'ausilio della pianista Emma Schmidt.

Ecco a questo punto, una volta accomodati che inizia la vera e suggestiva performance musicale. Entrano i musicisti e vengono successivamente raggiunti dal primo violinista, un uomo sui 45-50 anni, con un pizzetto curatissimo ed uno sguardo severo, ma allo stesso tempo beffardo e intrigante. In sala, oramai, dopo gli applausi per i protagonisti cala di colpo un silenzio ordinato e tremendamente surreale. Tocca ora assistere all'ingresso del maestro Neuhold ed a quello della pianista austriaca.

Beh, ragazzi miei, l'atmosfera è da processo in Tribunale: si respira ora solo e soltanto un'austera aria istituzionale, si celebra un bellissimo avvenimento. Tutti precisi e composti, tutti perfetti nei loro vestiti tirati a lustro, assolutamente compatti e disciplinati. Eh, si, perchè la musica, almeno quella di un certo livello, è sicuramente ordine e precisione, non si possono fare errori, altrimenti si distrugge un impero fantastico e irreale.

La musica inizia lentamente ad echeggiare fra le mura un po' mute e amorfe di questa saletta, io inizio francamente a lasciarmi andare. Ebbene si, lo ammetto, non mi addormento come avevo purtroppo immaginato, mi sta anzi piacendo....
Infatti la musica, inebriante come un profumo di rose appena colte, penetra nella mia testa e mi fà davvero stare bene. E' una sensazione bellissima, strana, ma al contempo assolutamente rilassante, liberatoria direi. Credetemi amici miei, mai ho avuto un cosi' un senso di pace, di quiete, di calma totale. Guardo le mie meravigliose vicine di sedia e guardo gli orchestrali, guardo il maestro e la pianista. Rapito come un bimbo quando si trova davanti ad un negozio di giocattoli.
I musicisti, soprattutto loro, sono fantastici, non perdono un colpo, tutti assieme seguono il tempo, tutti assieme in sinergia e con passione producono note meravigliose. Archi, viole, violoncelli, tamburi e timpani (membranofoni a percussione), trombe e tromboni (aerofoni a bocchino) e perfino chitarra e un'arpa (appartenenti alla famiglia dei cordofoni composti). Strumenti che generano note. Note che prese singolarmente sono fredde come ghiaccio, come stalattiti, ma che sentite in combinazioni poetiche ben distinte generano melodie fantastiche e illuminanti. E' l'apoteosi, il culmine di una potente e bella alchimia nata da non so dove e grazie a chi.

Risultato?Non so che dire. Semplicemente bellissimo. Io da persona ignorante, io da ultima ruota del carro, io che sulla faccia della terra conto quanto un due di bastoni, ammetto di aver passato una serata assolutamente indimenticabile. A Bari, nella mia città. E chi lo avrebbe mai detto!?

La cultura per la musica classica francamente non penso di averla mai avuta. Di una cosa sono pero' certo, evidentemente in questi anni ho perso molto tempo con tante cose sicuramente divertenti ma non cosi' belle. E pensare che in famiglia ho anche parenti addetti ai lavori sparsi un po' qua ed un po' la'...mah!!!Chi lo sà, magari grazie alla mia gentilissima e dolcissima amica di sventura ho imparato a conoscere una nuova realtà da sempre esistita e da me poco considerata. Magari presto ritorno a vedere qualche altro concerto, se non addirittura ad assistre a qualche opera. Chi lo sà, tutto è possibile e a me piace spaziare a 360 gradi nella vita!Mai finire di imparare, mai.
Grazie ancora per avermi portato in questo nuovo (per me) mondo fantastico!!!

Grazie per avermi dato la possibilità almeno per una serata di stare sereno con me stesso e con tutto cio' che mi circonda, di stare lontano dal caos cittadino e dalla violenza e dall'odio gratuito, dal falso e dalla cattiveria, atteso che oggi come oggi sta diventando sempre piu' difficile vivere una vita normale e senza incasinamenti vari!!!A presto!

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16 febbraio 2009

Vi racconto una storiella.....una bella storiella...

Svegliarsi ogni santo lunedi mattina alle 4,30 - 5, salire in macchina e partire assieme ad altri colleghi per giungere fuori dalla Puglia dove terminerai il tuo lavoro solo al venerdi. Con il sole, con la pioggia, con la neve, con il freddo, con tutto cio' che si puo' trovare. Zaino in spalla, borsetta termica con qualche panino e via, si deve partire.
Lo faccio da anni, lo facciamo in tanti ma non piu' quei tanti come eravamo un tempo. C'e' chi ha mollato tutto dopo un po', c'e' chi se ne è andato a lavorare altrove, c'è chi è rimasto e persevera come sempre.

Prima era quasi un divertimento rivedersi in faccia con lo sguardo del sonno e ridere e scherzare per tutto il viaggio in attesa di arrivare a destinazione. Ora ammetto che a distanza di 12 anni la cosa mi sta iniziando un po' a pesare. Pesa a me che ogni qualvolta lascio la mia città e i miei amici e la mia famiglia mi piange il cuore, figuratevi ai miei cari colleghi e soprattutto amici disgraziati che lasciano pure mogli e figli piccoli a casa. Il lavoro nobilita l'uomo si dice. Sacrosanta verità. In fondo mi è andata bene, lavoro non tantissimo lontano dalla mia regione; ci sta gente che lavora stabilmente su a Milano ed addirittura fà il pendolare pure da là ogni settimana!!!Pazzi!!!???No, non credo proprio. L'amore per la famiglia credo faccia muovere pure i sassi. Purtroppo non è detto che le cose debbano sempre andare come si desidera, magari lavorando a due passi da casa, magari con il solo pensiero di alzarsi la mattina alle sette e tornare comunque nel pomeriggio e poter riabbracciare i propri cari. Vedete il pendolare è una persona che decide di esserlo per sua scelta personale, per carità, vuoi per il lavoro, vuoi perchè non se la sente di chiedere a tutta la famiglia di seguirlo in altre città lontano dal resto dei parenti. In famiglia credo ne basti uno a portare questa santa croce. Pendolare è pure mio fratello maggiore, addirittura prima si spostava dalla lontana Sicilia e poi dal Lazio. Ed anche lui ha optato lasciare la famiglia nella sua terra natia.

Il lavoro, soprattutto a Bari, o al sud in genere, è caratterizzato da un piccolo e silenzioso popolo di formichine che si spostano freneticamente sulle autostrade per andare a lavorare ad inizio settimana e poi portare a casa uno stipendio normalissimo a fine mese. La volontà di lavorare c'e', il problema è che come sempre mancano i posti di lavoro e le opportunità professionali guarda caso sono sempre lontano dalla tua città. La tua città è quella in cui sei nato, quella che ami davvero tanto, quella che ti manca durante la settimana quando pensi agli amici che camminano per il centro o si bevono il caffè, quella in cui ti salti sistematicamente i compleanni dei tui cari perchè non ci sei, quella in cui al mercoledi ci sta il cinema e tu non ci puoi andare con la tua lei, quella in cui sai che accadono determinate cose solo perchè le apprendi da internet o dai giornali quotidiani locali (che neanche riesci a reperire facilmente). E' la tua città di sempre e non la puoi abbandonare. Te la porti sempre dentro il cuore.

Volete sapere che cosa fà un pendolare durante la sua giornata tipo???Lavora e alla sera o quando è libero dai turni appena puo' telefona, telefona tantissimo. Almeno durante i giorni della settimana è in contatto con il resto della famiglia per sapere come se la passano e per sentire se le cose vanno bene. Ho visto delle situazioni allucinanti, padri di famiglia che avevano a centinaia di kilometri di distanza il piccolo figliolo malato con la febbre e la moglie che al telefono si disperava. Il padre con sangue freddo e calma divina sempre per telefono riusciva a calmare la consorte e poi decidere di ripartire per casa la notte stessa alle 02,30. Che vita è questa?Che pena è questa per tanti genitori e figli?Che ho fatto di cosi' grave da meritare una vita a metà?Non solo io logicamente ma anche per i miei colleghi. Tra l'altro siamo quasi sempre costretti a nascondere i nostri malumori. """Va tutto bene, và sempre tutto bene qua, non ti preoccupare cara o mamma o papà"""Quella frase oramai parte in automatico ogni santo giorno, anche se la verità il piu' delle volte è l'esatto opposto. Non va bene cosi', non è giusto che si parli di unione familiare e quant'altro persino nella Costituzione Italiana e la gente debba condurre una doppia vita: non si è nè carne e nè pesce. E la cosa peggiore è che estendiamo questa condanna ad una vita alternata pure ai nostri familiari. Mah.

Volevate sapere altre cose su di me?E' giusto che siate informati. E' giusto anche che lo sappiano coloro (taluni ahimè conoscenti e non amici graze a Dio) che pensano che mi diverta sempre durante la settimana, magari perchè sto in un'altra città...di cosa mi dovrei divertire non saprei onestamente. Sicuramente ho la possibilità di conoscere posti nuovi e culture diverse ma, francamente, non mi posso permettere cene o cenette tutte le sere o divertimenti vari nei locali o pubs; con lo stipendio (uno) bisogna camparci insomma, arrivare a fine mese. Inoltre se hai bisogno di qualcosa devi sapere fare affidamento solo sulle tue forze, se stai bene è bene, se stai male sono cavoli tuoi. Sei solo.

Ahi quante volte sento gente di Bari che si lamenta perchè deve andare a lavorare a pochissimi km dalla casa e dire pure sopra e sotto.... Boccaccia mia non farmi parlare!!!!Vabbè mi dico, si vede che il destino ha voluto cosi' per me e per i miei amici "spolette".

Un "Capocomitiva" diverso starete leggendo oggi. Forse si o forse è arrivato semplicemente il momento di parlare anche di cose serie ogni tanto.

Spero che questo post arrivi ai miei amici e colleghi di sempre, che lo leggano e che sappiano quanto apprezzi le loro gesta quotidiane. Glielo dedico sinceramente. Onoro i loro sacrifici di sempre. Onoro davvero il lavoro che faccio e cerchero' sempre di farlo onestamente, anche a costo della vita (speriamo di no....).

Non lo so perchè vi scrivo queste cose, forse perchè spero sempre in un futuro e "lontano" avvicinamento (bel gioco di parole eh??) a casa, cosi' come lo sperano i miei colleghi di sempre. Forse ho voglia di realizzare qualcosa di concreto, una famiglia, di crescere e di lasciarmi alle spalle le minchiate fatte in tanti anni.

Forse sto solo maturando.

Vi abbraccio ragazzi e sappiate affrontare tutto quello che la vita vi riserva, stringete i denti perchè in fondo ce la farete, anzi ce la faremo!!!

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01 febbraio 2009

La città di Noicattaro

Ebbene cari amici, dopo tanto tempo passato un po' lontano da questo mio piccolo blog, torno tra voi per indicare un ulteriore Comune della provincia barese assai caratteristico: NOICATTARO.
Noicàttaro è un comune di 24.379 abitanti della provincia di Bari, centro di produzione e trasformazione dell'uva da tavola.
Il centro storico del paese sorge in prossimità della diramazione della Via Traiana che congiungeva Brindisi a Canosa di Puglia e Benevento, e poi ancora proseguiva sino a Roma sul tracciato della Via Appia. Era l'antica via Minucia, o secondo l’interpretazione di alcuni autori la mulattiera ("mulis vectabilis via") citata nelle opere di Strabone, Orazio e Cicerone; l'antica via peuceta che in epoca imperiale romana finì per coincidere con il tratto interno della via Traiana, la diramazione che dopo la biforcazione di Bitonto si dirigeva verso Egnazia e Brindisi attraversando il territorio degli attuali centri di Modugno, Ceglie del Campo, Capurso, Noicàttaro, Rutigliano e Conversano.
Sulla costa adriatica, ad appena 6 Km dall'attuale centro abitato, il tratto litoraneo della
Via Traiana lambiva altri insediamenti nei luoghi dove oggi sorge Torre a Mare.
Nella fascia costiera del territorio di Noicàttaro sono state rinvenute tracce della presenza umana risalenti in alcuni casi al Neolitico; invece nell'entroterra, verosimilmente lungo il tracciato dell'antica viabilità, sono state scoperte necropoli risalenti ad epoca preromana, fra tutte merita una citazione la sepoltura di un guerriero databile intorno al VI secolo a.C., il prezioso corredo funerario scoperto è conservato nel museo archeologico di Bari.
Il paese attuale nasce tra l'
XI e il XII secolo come piccolo villaggio ("Locus Noa") cinto da mura e protetto da una torre feudale e da una chiesa, attorno alla quale si disponevano le abitazioni.
Le prime tracce di "Noa" negli antichi documenti risalgono al
X secolo ed è difficile pensare che il nuovo villaggio non abbia fornito rifugio agli abitanti degli insediamenti preesistenti sulla costa (ora Torre a Mare) ed anche della vicinissima "Azetium", tutti distrutti dai predoni saraceni dopo la caduta dell'Impero Romano d'Occidente. Per quanto Azetium è ritenuta la progenitrice dell'attuale comune di Rutigliano essa sorgeva in prossimità di Noicattaro, in contrada Castiello, sul ciglio del torrente Lama Giotta ed era cinta da una possente cinta muraria circolare le cui tracce si distinguono tuttora nelle mappe satellitari di Google Maps.
È possibile rintracciare testimonianze riguardo il primo Signore di Noa,
Goffredo di Conversano, un normanno nipote di Roberto il Guiscardo, seguito da Cornelio de Vulcano nominato nel 1187 primo conte di Noa da Federico II del Sacro Romano Impero. In seguito, il feudo fu acquistato dai Carafa, ramo della Stadera, che con il titolo di duchi di Noja furono i signori che più a lungo tennero in dominazione la citta dal 1592 al 1806, quando i privilegi feudali furono aboliti nel Regno di Napoli grazie ad un editto del Re Giuseppe Bonaparte.
Nei secoli, forse per un influsso spagnolo, andò consolidandosi la tradizione della penitenza e della
flagellazione quaresimale, elementi tuttora vivi nei riti della settimana Santa.
In segno di rinnovamento dopo l'
Unità d'Italia e per evitare l'omonimia con altri comuni il paese cambiò nome (23 ottobre 1862) da Noja (l'antica Noa) in Noicàttaro.
Nel 1934 la fascia costiera del territorio del comune di Noicàttaro (corrispondente all'attuale
Torre a Mare) venne annessa al comune di Bari.
Noicàttaro può annoverare la presenza di numerose chiese, come la Chiesa S. Maria della Pace (la più importante del paese oltre che la più antica), costruita tra il
XIII e il XIV secolo in stile romanico pugliese; segue la Chiesa Madonna del Carmine in onore della patrona del paese, costruita nel 1587 e terminata nel 1636, e la Chiesa della Madonna della Lama, nota per esser sede del convento Agostiniano e fulcro dei riti della Settimana Santa, nelle cui navate laterali sono conservate numerose tele del pittore noiano Giuseppe De Mattia; degne di nota, la Chiesa della Madonna del Rito e la chiesa della Madonna dell'Incoronata, situate fuori dal paese.
Merita una citazione il palazzo ducale, di cui resta il portale principale sito in piazza Umberto I e qualche traccia dei giardini pensili che un tempo l'adornavano. La leggenda popolare narra di un sottopassaggio fatto di cunicoli utilizzati dai castellani per fuggire in caso di pericolo.
Interessanti nella evoluzione architettonica locale alcune costruzioni risalenti al
'700 e '800: Palazzo Antonelli, Palazzo Capruzzi e Palazzo Positano ora Macario.
Infine, da non dimenticare la famosa "Sagra dell'uva nojana", che viene riproposta solitamente verso la fine di agosto o inizi di settembre di ogni anno.
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