Il Capocomitiva di Bari

Benvenuti, questo è il mio primo "BLOG". Per quanti di voi che abbiano intenzione di conoscere attualità, cronaca, divertimenti e tradizioni della città di Bari e non solo. Potrete fare due chiacchiere con me lasciando i vostri commenti o consigli in maniera seria ed io saro' felice di rispondervi. Buon divertimento Amici miei. Un saluto da Sergio "Il Capocomitiva". P.s.: Per la realizzazione di questo Blog nessun pugliese è stato maltrattato......

11 ottobre 2007

Modugno (BA)

Buongiorno a tutti cari amici. E' da tanto che non ci si vedeva vero???Ahimè tra alti e bassi vari oggi ritorno fra voi per descrivere un po' un Comune che si trova proprio a due passi da Bari: Modugno.
Tantissime sono le cose da dire su questo bel centro cittadino ed altrettanto lunga è la storia delle origini del citato paese.

Geograficamente parlando, la cittadina è situata nell'immediato entroterra barese, nel territorio detto anche conca di Bari. Modugno, come già detto anticipatamente, sorge a pochi chilometri a sud-ovest del capoluogo pugliese. Il suo territorio è prevalentemente pianeggiante ma caratterizzato da una continua e leggera pendenza in ascesa verso la Murgia. Molto interessante è il fenomeno carsico delle lame.

Lo stemma.
Rappresenta un cardo selvatico con tre fiori, radici esposte e quattro foglie, dominante in campo azzurro su scudo sormontato da corona merlata.Il cardo selvatico è una pianta restia a farsi soffocare dalle altre piante e capace di rispuntare anche dopo incendi. Il significato simbolico del cardo selvatico allude al carattere fiero ed autonomo dei modugnesi, capaci di resistere anche ai tentativi di oppressione e alle avversità. Questo carattere è ben documentato nella storia di Modugno: in diverse occasioni i modugnesi si sono autotassati per raccogliere il denaro necessario per comprare ai feudatari il territorio ed acquisire la libertà.La testimonianza più antica giunta sino a noi dello stemma del cardo selvatico è del ' 68 e si puo' vedere sulla facciata del Palazzo della Regia Corte. La versione attuale dello stemma cittadino, adottata nel 1946, riprende lo stemma litico, risalente al 1639, presente in Piazza del Popolo nell'angolo esterno della facciata della Chiesa di S. Maria della Croce. Lo stesso stemma comunale in pietra è presente anche in cima all'ingresso del palazzo municipale (ex convento di S. Maria della Croce), in chiave di volta della Porta del Suburbio e sulla facciata della Sede del Sedile dei Nobili, dove lo stemma comunale è presente anche sulla ringhiera in ferro battuto.

La Storia
Chi ne sia stato il primo fondatore, e quando abbia avuto inizio la città di Modugno ci è ignoto, ma il non sapersi la sua origine li è di pregio, perchè dimostra la sua antichità, se pure ricorrer non si voglia all'invenzione, ed alle favole come taluni fanno per dar lustro, e splendore alle città, di cui scriver debbono.
(Dott. Vitangelo Maffei nella "Relazione delle cose notabili di Modugno",
1774).
La regina Bona Sforza. Il Seicento è uno dei periodi di maggiore splendore della Storia di Modugno.
Modugno ha una storia che risale a tempi remoti, in quanto il territorio comunale è stato abitato sin dalla
Preistoria. La città, fondata probabilmente nell'Alto Medioevo, in periodo bizantino, subi' le dominazioni normanna e sveva sotto le quali il Sud Italia conobbe un periodo di sviluppo. Modugno faceva parte del feudo concesso agli arcivescovi di Bari. Venne parzialmente distrutta e poi ricostruita nel periodo angioino. Nella seconda metà del XIV secolo era un feudo sotto i re aragonesi i quali concessero la città di Modugno, con Palo del Colle e Bari, agli Sforza. Durante il periodo in cui era ducato sforzesco (e in particolar modo durante il governo di Isabella d'Aragona e Bona Sforza), Modugno visse uno dei periodi di suo massimo splendore. Dopo di che si ebbe una rapida decadenza dovuta alla dominazione spagnola durante la quale, tuttavia, la città seppe dimostrare il proprio orgoglio affrancandosi dal giogo feudale tramite il pagamento di un riscatto. La situazione di crisi continuo' anche durante le successive dominazioni austriaca e spagnola. La Rivoluzione Francese fece sentire i propri effetti anche nel Sud Italia e Modugno venne assediata da un'orda di sanfedisti. Per un decennio, si instauro' un governo filonapoleonico, dopo di che venne restaurato il regno borbonico che rimase in piedi sino all'Unità d'Italia del 1861 (anche se Modugno, con tutto il Regno delle Due Sicilie, fu unita al Regno di Sardegna fin dalla Spedizione dei Mille del 1860.
(Per approfondire, vedi la voce Storia di Modugno.)

Etimologia del nome
Il primo documento dove si trova il nome di Modugno risale al maggio
1021. Si tratta di un contratto con il quale un tale Traccoguda "de loco Medunio" dava in prestito otto soldi a Giovanni e Mele di Bitetto, ricevendo in pegno una vigna che si trovava "in ipso loco Medunio". L'ipotesi maggiormente accreditata sull'origine del nome "Modugno" è quella che lo farebbe derivare da "Medunium", ovvero "in medio", a metà strada tra Bari e Bitonto. Nella centuriazione (divisione dell'agro) romana, il primo nucleo di Modugno doveva, infatti, trovarsi al confine tra l' ager bitontinus e l' ager varinus. Un'altra ipotesi sull'etimologia del termine Modugno, è legata al nome della piccola altura dove sorse il primo borgo modugnese: la motta. In questo caso "Metu-genus" o "Mottu-genus" significherebbe "sorto sulla motta". Esiste ancora un'altra ipotesi, ma ritenuta poco affidabile, secondo la quale il nome di Modugno deriverebbe dalla città greca di Medon o da quella di Modon: i colonizzatori greci usavano dare il nome delle proprie città di origine alle nuove colonie. Ma cio' presupporrebbe che l'origine di Modugno sia di molto precedente a quella che si ritiene comunemente.

Nel XIII secolo, sotto la dominazione angioina, è possibile ricavare dai documenti dell'epoca un'indicazione sulla popolazione modugnese. In un dato del 1276 Modugno è registrata per un'oncia corrispondente a quattro fuochi (nuclei familiari). Pure aggiungendo le autorità civili, militari ed ecclesiastiche, non incluse in questo censimento effettuato ai soli fini fiscali (per l'imposizione del c.d. focatico), è facile notare come all'epoca la popolazione modugnese fosse piuttosto esigua.
Durante il periodo del ducato di
Bona Sforza, Modugno visse un periodo particolarmente fiorente che si accompagno' ad una forte crescita demografica. Nel 1595 la popolazione supero' i 1400 fuochi e nella città fecero il loro ingresso nuove famiglie che avrebbero ricoperto ruoli di prestigio e avrebbero deciso le sorti economiche e politiche modugnesi.
Sotto la dominazione spagnola nel
Regno di Napoli inizio' un periodo di declino che si manifesto' anche con la riduzione della popolazione: dai 10.000 abitanti che alcune fonti contano sul finire del XVI secolo, si arriva ai circa 5.000 della fine del XVIII secolo.
Con lo sviluppo della zona industriale, negli ultimi decenni, la popolazione di Modugno è aumentata notevolmente triplicandosi dagli
anni Sessanta agli anni Novanta. Una larga fetta della popolazione modugnese (piu' di 5000 persone) risiede in contrada Santa Cecilia, nel centro residenziale C.E.P., contigua al quartiere San Paolo di Bari.
Monumenti di interesse storico-artistico.
Il santuario di Santa Maria della Grotta sorge sul ciglio della lama Lamasinata, a tre chilometri da Modugno, sulla strada provinciale per il quartiere barese di Carbonara . Caratteristico è il viale fiorito che conduce al santuario. Dalle terrazze del santuario si domina una bella fetta di territorio dove si possono vedere cipressi, salici ed eucalipti; alle spalle del santuario sorge una pineta. Molto particolare è il campanile che ha una base molto possente, che ricorda quasi una torre a scopo militare, sulla quale si erge un torrino con merlature e colonnine in netto contrasto con la parte sottostante.
Non si conosce con precisione la data dell'insediamento religioso, ma le sue origini sono molto antiche: nel
VIII secolo era una chiesa rupestre, chiamata Santa Maria in Gryptam, che diede rifugio ai monaci basiliani che sfuggivano alle repressioni iconoclastiche. Sembra che su questo insediamento sia sorta nel XI secolo un'abbazia benedettina. Grazie alla sua posizione, nel Medioevo è stata meta di pellegrinaggi e punto di transito per Crociati che si dirigevano verso la Terrasanta o di ritorno da essa: dal 1139 l'abbazia ospito' fino alla sua morte nel 1155, San Corrado di Baviera. Nel 1313 Roberto d'Angio' soppresse il convento per motivi politici. Escluso qualche breve periodo, da allora in poi il culto venne progressivamente abbandonato e nel XIX secolo il complesso venne acquisito da Luigi Loiacono che lo trasformo' in una villa per la sua famiglia.
Nel
XX secolo l'insediamento fu abbandonato al degrado fino al 1974 quando i Padri Rogazionisti diedero il via ad una serie di restauri che hanno riportato il santuario all'antico culto di Maria. Durante i restauri sono venute alla luce una serie di testimonianze del culto anticamente praticato in questi luoghi come la grotta dove visse San Corrado, un frammento di mosaico, degli affreschi e una statuetta in pietra calcarea raffigurante la Pietà.
Il santuario è meta, per i modugnesi, della tradizionale gita fuori porta in occasione di
Pasquetta.

La Chiesa di San Felice in Balsignano
Nel territorio di Modugno, a sud-est in direzione di Bitritto, a poca distanza dal centro abitato si trova il Casale fortificato di Balsignano, le cui prime notizie storiche sono datate 962: in un documento viene nominato un castrum in "loco basiliano". Il nome potrebbe derivare dai monaci seguaci di san Basilio che si sarebbero insediati nelle vicinanze. Nel 988 fu distrutto dai Saraceni durante le loro azioni in Terra di Bari. Venne subito ricostruito e, nel 1092, donato all'abbazia benedettina di Aversa; dal XIII secolo fu posseduto da diversi feudatari. Nel 1349 fu teatro di uno scontro fra esercito filoangiono e quello filoungherese, nel quadro degli scontri per la successione al Regno di Napoli. Nel 1526 venne distrutto durante lo scontro tra francesi e spagnoli che combattevano per il possesso dell'Italia meridionale. Attualmente il Casale fortificato di Balsignano è soggetto ad una serie di restauri promossi dal comune di Modugno e dall'Associazione Nuovi Orientamenti. Si conserva la struttura perimetrale realizzata a secco, una costruzione a due livelli con due torri a base rettangolare, la corte con la chiesa di Santa Maria di Costantinopoli e, all'esterno, la chiesa di San Felice in Balsignano.
La chiesa di Santa Maria di Costantinopoli risale al
XIV secolo ed è formata da due costruzioni affiancate di base rettangolare, con volta a botte ogivale. Sono presenti degli affreschi di scuola senese molto deteriorati. La chiesa di San Felice (erroneamente attribuita in passato a san Pietro) costituisce un meraviglioso esempio dell'arte romanico-pugliese dell'XI secolo. Fonde elementi architettonici d'oltralpe, bizantini ed arabi: ha pianta a croce e cupola a tamburo ottagonale.
Presso il Casale di Balsignano, negli
anni Novanta, in seguito agli scavi archeologici finanziati dall'Amministrazione Comunale, sono stati rinvenuti 10.000 reperti che mostrano l'esistenza di un insediamento neolitico del VI-V millennio a.C.; il sito archeologico, che si estende per circa due ettari, è considerato il più antico della Bassa Murgia.

La Chiesa Maria Santissima Annunziata
La facciata della Chiesa Maria Santissima Annunziata in un dipinto di Michele Cramarossa
La chiesa Maria Santissima Annunziata, fondata intorno all'anno Mille, è la chiesa madre di Modugno, ma in origine il titolo era attribuito alla
Chiesa di Santa Maria di Modugno. Nell'XI secolo viene citata come sede vescovile, ma il secolo successivo viene ridotta alle dipendenze degli arcivescovi di Bari, feudatari di Modugno. Fu restaurata nel 1347 dall'arcivescovo Bartolomeo Carafa e nel 1518 a spese del Capitolo di Modugno con il contributo della regina Bona Sforza.
La sua struttura odierna risale al
1626 quando finirono i lavori che seguirono il progetto dell'architetto Bartolomeo Amendola di Monopoli. La copertura del tetto venne ultimata nel 1698 e il campanile è del 1615. Nel 1642 è stato aggiunto un cappellone laterale. La struttura seicentesca a navata unica, lunga 45 metri e larga 14, inglobava la precedente chiesa a tre navate. Il campanile è in stile romanico-pugliese, come quello che caratterizza la cattedrale di Bari e di Palo del Colle. E' alto piu' di 60 metri ed è impreziosito da bifore, trifore e quadriforme. La facciata, in stile tardo rinascimentale, è preceduta da un ampio sagrato ed è realizzata in pietra calcarea. Di importante valore artistico è il portale con architrave riccamente decorato e con due colonne corinzie sormontate dalle sculture a tutto tondo della Vergine Maria inginocchiata e dell'arcangelo Gabriele. Il portale è sormontato da un bassorilievo che rappresenta lo Spirito Santo sotto forma di colomba. Il cappellone e il presbiterio sono sormontate da cupole ottagonali con lanterna finale. All'interno sono presenti sette altari laterali, due di legno e gli altri di marmo; un tempo erano dedicati alle famiglie nobili modugnesi e fungevano da sepolcri gentilizi come è intuibile dagli stemmi familiari che li sormontano. Il presbiterio è separato dalla navata da una balaustra di marmo intarsiato.
Le decorazioni degli interni sono state affidate a diversi artisti esponenti del barocco napoletano del Seicento. Le famiglie modugnesi furono particolarmente generose nelle commissioni: i quadri sono di Carlo Rosa, Nicola Gliri di Bitonto si occupo' del Cappellone e Domenico Scura di Modugno dipinse il magnifico soffitto ligneo che sovrasta la navata. Particolarmente armonici risultano, nell'insieme, tutte le decorazioni nell'interno della Chiesa. E' considerato un capolavoro la tavola di
Bartolomeo Vivarini, del 1472, raffigurante l'Annunziata. Nel 2002 è tornata nella Chiesa dopo circa 60 anni d'assenza. La chiesa Matrice di Modugno conserva anche tele provenienti dalla chiesa delle Monacelle, fra cui quelle di Gaspar Hovic, di Giuseppe e Nicola Porta della scuola di Corrado Giaquinto (XVIII secolo).

L'"Annunciazione" di Bartolomeo Vivarini.
Custodita nella chiesa Maria Santissima Annunziata, la pala d'altare dipinta dall'artista veneziano Bartolomeo Vivarini è uno degli elementi pittorici di maggior interesse storico-artistico di Modugno. L'opera risale al 1472 ed era originariamente la parte centrale di un polittico. Nel XIII e nel XIV secolo la Repubblica marinara di Venezia aveva stretti rapporti commerciali con molte città costiere pugliesi, influenzandone la politica ma anche il gusto artistico delle classi più agiate: cio' spiega la commissione di tale lavoro all'artista muranese da parte del clero modugnese.
In principio, la pala lignea era collocata nel catino absidale della
chiesa Maria SS.ma Annunziata. Vi rimase fino al 1929 quando l'arciprete Francesco Bux ne autorizzo' il trasferimento momentaneo nella Pinacoteca provinciale di Bari; vi rimase fino al 2002 quando torno' nella sua attuale collocazione in una teca protettiva nei pressi dell'altare.
Di particolare interesse è la prospettiva della stanza in cui si svolge la scena dell'Annunciazione. Notevole attenzione meritano i particolari dell'opera: una finestra che lascia spaziare lo sguardo sino alle montagne sullo sfondo, il giglio tenuto nelle mani dell'angelo de il breviario in quelle della vergine, il vaso e il cuscino che si intravede dietro la tenda. L'uso di colori morbidi e sfumati, abbinati ai contorni ben definiti delle figure comunicano un senso di serenità.

La Piazza Sedile
E' situata ad est del centro storico e trae il proprio nome dal "
Seggio dei Nobili", luogo in cui l'aristocrazia modugnese eleggeva i propri rappresentanti e prendeva le proprie decisioni per l'indirizzo politico della comunità. Infatti, la piazza è di origine Settecentesca, fortemente voluta da quelle famiglie trasferitesi a Modugno quando era ducato sforzesco, soprattutto dal Ducato di Milano, e che volevano mostrare il loro potere e la loro ricchezza frutto dei commerci. Il palazzo, forse, più rappresentativo della piazza è la Sala del Sedile dei Nobili, frutto di un restauro Settecentesco che aggiunse alla fabbrica preesistente la torre dell'orologio caratterizzato da merlatura alla guelfa e sormontato da un'elegante struttura in ferro battuto che contiene due campane: una che segna lo scandire del tempo, l'altra che avvisava i nobili dell'inizio delle assemblee. L'orologio funziona grazie a un sistema di caricamento a contrappesi. Il recente restauro del 2005 ha mostrato il profilo dell'originale portale del Seicento. L'emblema comunale del cardo selvatico è presente sulla facciata, sia nella parte superiore alla finestra che sormonta l'architrave, sia nella ringhiera di ferro battuto, a voler sottolineare il ruolo istituzionale che il palazzo aveva. Dal 1998 è sede della Pro Loco. Nel lato opposto della piazza si puo' vedere il Palazzo Scarli, datato 1601, al cui facciata è impreziosita da un'elegante balaustra. Il Palazzo fu fatto costruire dalla famiglia Scarli, trasferitasi a Modugno da Novara nella prima metà del XVI secolo.
Sino all'abbattimento delle mura cittadine nel
1821, la Piazza era chiamata Largo Purgatorio, dal nome dell'omonima chiesa presente al culmine della piazza. La successiva creazione della strada consolare Bari-Altamura (oggi via Roma e Corso Vittorio Emanuele) defini' i limiti attuali della piazza che venne sistemata tra il 1863 e il 1879. La Chiesa di Santa Maria del Suffragio (o del Purgatorio) fu costruita dal 1639 al 1766. Il sagrato è sopraelevo costituisce la cima di una cisterna pubblica sistemata nel 1860. Un portico in pietra levigata di stile neoclassico precede la facciata in tufo. La parte destra della chiesa è collegata alle abitazioni vicine tramite archi, sulla parte sinistra sono presenti cinque monofore e un ingresso secondario, sormontato da un bassorilievo. L'interno, a navata unica, conserva un pavimento maiolicato del 1720, una cantoria seicentesca in legno dorato e intarsiato, impreziosita dalla tela della Madonna del Suffragio e da due piccoli organi simmetrici del Settecento. Ci sono sue altari laterali con statue lignee e un pulpito di legno dorato e intarsiato. Si contano ben 46 dipinti appartenenti alla scuola napoletana seicentesca, una trentina dei quali sono attribuiti al bitontino Carlo Rosa. La Chiesa viene comunemente detta del Purgatorio dalla confraternita che vi opera, fondata nel 1632 dall'arcivescovo Ascanio Gesualdo e insediata nella chiesa dal 1651. Nel 1877 venne rifondata, col regio consenso, trasformandosi in Opera Pia dedita al sostentamento e all'educazione di povere ragazze orfane.

La facciata della Sala del Sedile dei Nobili, in Piazza Sedile
I palazzi Ottocenteschi che circondano la Piazza sono in armonica con le strutture del secolo precedente.
Palazzo Crispo, realizzato tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo seguendo il progetto del bitontino Vincenzo Castellucci, segue uno stile tardo neoclassico. Interessanti sono il coronamento della facciata con traforo floreale e il torrino con merlatura alla ghibellina in evidente contrasto con quella della torre dell'orologio: il generale sardo Alberto Crispo, voleva simboleggiare la rottura tra i Savoia e lo Stato della Chiesa. Gli interni del palazzo conservano la struttura, gli affreschi con motivi vegetali e animali mitologici, e gli arredamenti originari. La famiglia Crispo abita il palazzo ancora oggi. Sul lato opposto della piazza c'è l'ottocentesco Palazzo Zanchi-Giampaolo, in stile neoclassico, del quale non si hanno notizie storiche approfondite.
Piazza Sedile, continua ad avere ancora oggi un'importanza fondamentale nella vita della comunità modugnese, qui hanno sede diversi circoli ricreativi cittadini e molte manifestazioni culturali si svolgono proprio nella piazza principale.


L'agricoltura del posto
Da centro a vocazione agricola, Modugno ha subito una forte e rapida metamorfosi a favore dell'industria e dell'artigianato. Dagli anni Sessanta questo settore ha sottratto all'agricoltura superficie e manodopera. L'espansione urbanistica che ne è conseguita ha contribuito notevolmente alla riduzione di tale area. La superficie agricola modugnese è di 1381 ettari, al 43 è posto fra i 48 comuni della Provincia di Bari.
Cio' nonostante, oggi si assiste ad una ripresa del settore agricolo che conta circa 30 aziende. Esse operano nella coltura di prodotti ortofrutticoli, della pregiata
ciliegia "Ferrovia", dell'uva da tavola (di cui la Puglia è prima produttrice in Italia), di mandorle e soprattutto di olive per la produzione dell'olio extravergine. Modugno è al quarto posto nella coltivazione provinciale di piante aromatiche e medicinali.
Le varietà di olive maggiormente coltivate nel territorio modugnese sono l'Ogliarola (o Cima di Bitonto) e la Coratina. Dalla sintesi delle caratteristiche della dolce ogliarola e della piccante coratina deriva una pregevole qualità d'olio Extravergine d'oliva dal leggero retrogusto mandorlato derivante dalla vicinanza di colture di mandorlo.
A Modugno sono operanti tre
frantoi, il piu' importante dei quali è il frantoio sociale che raccoglie il 90% della produzione locale (circa 20.000 quintali) e rappresenta un punto di riferimento anche per i paesi limitrofi. Questo frantoio è affiliato all'ASSO.PRO.OLI. (Associazione dei Produttori Olivicoli) che controlla e certifica tutte le fasi della trasformazione dell'oliva in olio extravergine.
Una quantità dell'olio prodotto è destinato al consumo locale, ma la parte piu' grande è destinata al centro di imbottigliamento di
Andria, dove viene accuratamente controllato, imbottigliato e commercializzato in tutto il mondo con marchio D.O.P. (Denominazione di Origine Protetta).
I tradizionali prodotti agricoli modugnesi, le mandorle e l'uva, trovano largo utilizzo nella cucina tipica locale. Le colture di questi due prodotti, generalmente, non seguono tecniche intensive e, essendo in buona parte destinate ad un consumo familiare, fanno un uso ridottissimo di pesticidi e prodotti chimici. Questo tipo di agricoltura, pur non essendo certificata come tale, puo' essere considerata biologica a tutti gli effetti.

Il centro storico
E' composto dal borgo antico e dal suburbio. Il primo è sorto e si è sviluppato intorno alla fortezza della Motta. E' possibile ipotizzare l'esistenza di un'antica cinta muraria di epoca normanna che circondava il borgo antico. Nella espansione urbana di Modugno, il borgo antico si ingrandi' col suburbio. Nel XIV secolo la città aveva una cinta di mura con almeno quattro porte difese da torri.

La Porta del Suburbio
A oriente si apriva la Porta di Bari (
piazza del Popolo); la Porta Bitonto immetteva sulla strada che conduceva alla sede vescovile; a ovest si apriva il Portello (via Portello), in direzione di Palo del Colle, che vide accresciuta la sua importanza nel periodo del Ducato sforzesco; a sud c'era la Porta del Suburbio (via Donato Olimpio). Con l'inglobamento, nel Cinquecento, del Suburbio entro le mura cittadine, questa porta perse d'importanza e rimpiazzata con la Porta la Staccata (fine di via Conte Rocco Stella). Nel Seicento venne sposta la Porta di Bari (in via Porta di Bari) e venne aggiunta la Porta delle Beccherie (a nord-est di Piazza Sedile).
La porta del Suburbio è l'unica di cui si conserva ancora oggi traccia, anche se in un rifacimento piu' recente. Degli ingressi cittadini scomparsi rimangono solo le croci lignee che erano apposte sulle porte e benedette annualmente.
Nel
XVIII secolo le mura non coprivano l'intero perimetro cittadino o, perlomeno, non assolvevano un'adeguata funzione difensiva: durante l'assedio del 10 marzo 1799, Giambattista Saliani, nella sua cronaca degli eventi, parla di "borgo non murato". Le mura cittadine, o quel che ne rimaneva, caddero in stato di abbandono e nel 1821 vennero abbattute definitivamente.

La villa comunale
La villa comunale di Piazza Garibaldi è stata realizzata nel 1910 nello spazio denominato "votino" in quanto era lo spazio vuoto dinanzi alla parte occidentale delle mura cittadine. Là c'era una depressione naturale del suolo dove si raccoglievano le acque piovane, ma il luogo era acquitrinoso e malsano. Nel 1855 venne costruito in quello spazio una grande cisterna: il cisternone o "pizzacara" (che in dialetto modugnese vuol dire pescheria). Cio' con lo scopo di aiutare la popolazione nei non rari periodi di siccità in una terra cronicamente povera d'acqua come la Puglia. L'iniziativa fu del ricco proprietario terriero Vito Michele Loiacono che la fece realizzare a proprie spese spendendo 1500 ducati. La grande cisterna è ricoperta da una piattaforma di pietre lisce con quattro pozzi per attingere l'acqua; in fondo ad essa si erge una piccola costruzione per il custode che riporta sulla facciata un'iscrizione che ricorda il benefattore.
Nella villa comunale è presente il Monumento ai Caduti, formato da un alto piedistallo in pietra (che è cio' che rimane del monumento commemorativo dei caduti del
Primo Conflitto Mondiale realizzato nel 1922) e dalla parte in bronzo (realizzata nel 1960 su progetto dell'artista barese Vitantonio De Bellis). Esso rappresenta una donna che ha sacrificato alla patria le persone a lei più care: il soldato colpito a morte e il reduce.
Nel
2000 è stata trasformata radicalmente cambiando la posizione degli alberi, delle palme e del Monumento ai Caduti. Durante i lavori è stato realizzato un anfiteatro semicircolare di fronte al cisternone che ora accoglie manifestazioni di carattere culturale.
Riti religiosi: La Festa patronale di San Rocco e San Nicola da Tolentino
La festa popolare delle celebrazioni patronali in onore di San Rocco e San Nicola da Tolentino si festeggia nell'ultima domenica di settembre, mentre il venerdì, il sabato precedenti e la domenica stessa tre processioni accompagnano la statua di San Nicola per le strade del centro cittadino e delle periferie. La sera, festose luminarie rischiarano a giorno le vie principali e la Piazza Sedile, bande locali eseguono concerti e fuochi pirotecnici colorano il cielo. Il lunedì si festeggia San Nicola. La lunga processione si ferma in Piazza Sedile dove il Sindaco, a nome della comunità modugnese, consegna le chiavi della città al Santo.
San Rocco è il protettore di Modugno. La sua statua di legno che viene portata in processione durante le celebrazioni della festa patronale risale al 1522, quando fu invocato l'intervento del santo a protezione dalla peste e nominato patrono minore della città. I gambali e il cappello d'argento furono donato, nel 1836, dal canonico Luigi Loiacono, come ringraziamento per lo scampato pericolo dell'epidemia di colera che aveva colpito tutta la regione. Nel 1907 la statua del santo venne spostata in un altare della chiesa Matrice.
Secondo la tradizione,
San Nicola da Tolentino fu concepito a Modugno dai suoi genitori in ritorno dal viaggio votivo presso la tomba di San Nicola di Bari. Invocato, insieme alla Madonna Addolorata, come protettore dalla peste del 1656, venne proclamato l'anno successivo Patrono di Modugno. Inizialmente, la sua festa era il 10 settembre. Venne perdendo di popolarità, fino al 1930 quando la Confraternita di San Nicola da Tolentino riprese gli originari fasti nei festeggiamenti. Dal 1952 i festeggiamenti di San Nicola vennero abbinati a quelli di San Rocco.
Nel
2001 Modugno ha ospitato le reliquie del Santo che uscivano per la prima volta dalla Basilica di Tolentino.

Il Culto della Madonna Addolorata
La venerazione della figura di
Maria a Modugno ha inizio con la fondazione della città: infatti, il primo nucleo cittadino sembra sia nato intorno alla chiesa di Santa Maria di Modugno, e moltissime sono le chiese dedicate alla Madonna (la quasi totalità delle chiese modugnesi: SS.ma Maria Annunziata, Assunta, S. Maria del Carmine, S. Maria della Croce, Immacolata, S. Maria delle Grazie, S. Maria dei Martiri, ecc.). Numerose sono le edicole sacre, le immagini venerate e le manifestazioni in onore della vergine promosse dalle Confraternite modugnesi.
Molto forte è la devozione verso la
Madonna Addolorata che trae origine nel XVII secolo quando venne invocato il suo aiuto contro la pestilenza del 1656. I modugnesi, come segno di ringraziamento, costruirono la Chiesa della Madonna dello Spasimo e ogni terza domenica di settembre veniva celebrata una festa in cui si facevano opere di beneficenza, e il lunedì seguente veniva offerto da mangiare ai poveri. Nel 1691 venne nuovamente invocato l'aiuto della Madonna a protezione dalla nuova epidemia di peste. Nel 1722 il culto della Madonna venne trasferito nella chiesa Madre, per ragioni di spazio, e venne sistemata sull'altare dell'Addolorata una nuova statua.
Alla Madonna Addolorata vennero indirizzate le preghiere dei modugnesi durante gli
avvenimenti del 10 marzo del 1799. Quel giorno una massa di sanfedisti filoborbonici dei paesi limitrofi si riuni' per saccheggiare Modugno. In quell'occasione diversi testimoni assistettero all'apparizione di una donna di bianco vestita, con un fazzoletto in mano, sul tetto di un palazzo al limite sud del paese. Si ritenne un miracoloso intervento della Madonna Addolorata apparsa sui tetti modugnesi per proteggerla dagli assalitori. Da quel momento, la festa della Madonna Addolorata venne spostata da ottobre al X marzo e celebrata con grande solennità. Nel 1876 venne proclamata patrona di Modugno.

La Festa di Sant'Antonio di Padova
Dal 1990, unisce manifestazioni di carattere religioso, con iniziative di carattere culturale e solidale. I festeggiamenti iniziano il primo giorno di giugno nella chiesa di Sant'Antonio e trovano il loro apice i giorni 12 e 13 di giugno. Il 12 giugno c'è la benedizione del pane che viene distribuito ai modugnesi, l'immagine del Santo viene spostata dalla chiesa di Sant'Antonio alla Matrice, poi alla Chiesa di Sant'Anna e infine in Piazza Sedile. Il giorno successivo ci sono celebrazioni religiose.
La fiera del Crocifisso
Si svolge la seconda e la terza domenica di novembre. Nasce nel 1622 per celebrare un evento giudicato miracoloso: un fulmine caduto sulla chiesa Matrice uccise alcuni sacerdoti e brucio' l'asta del Crocifisso, lasciando intatta la figura del Cristo. Questa figura del Cristo in croce è conservata ancora oggi nella stessa chiesa ed è posta in una nicchia sovrastante la cappella della Madonna Addolorata. A partire dal 1656, la fiera acquisi' una forte importanza per la popolazione in quanto la peste che colpi' Modugno quell'anno termino' i primi giorni di novembre, poco prima dell'inizio della fiera.
In origine la fiera durava otto giorni, per tutto il periodo compreso tra la seconda e la terza domenica di novembre. Nei primi secoli, la fiera vendeva quasi esclusivamente prodotti agricoli e animali; col tempo si è evoluta allargandosi anche al settore dell'artigianato locale, ai mezzi per lavorare la terra, ai tessuti, ai vestiti, alle piante e a diversi generi alimentari.
Questa fiera ha sempre attratto persone dai paesi vicini e richiama espositori e venditori da tutta Italia: è una delle piu' importanti della provincia. Oggi è possibile trovare ogni genere di prodotti: la fiera è un'occasione per fare acquisti a prezzi vantaggiosi o semplicemente per godersi il piacere di una passeggiata all'aperto. Negli ultimi anni, in concomitanza con la fiera, vengono organizzate manifestazioni culturali collaterali.

La Festa di San Giuseppe e Sagra del Calzone
Il
19 marzo si festeggia il padre putativo di Gesu' con l'allestimento di falo', la preparazione delle zeppole e di pane che viene benedetto e distribuito alla cittadinanza. I festeggiamenti di San Giuseppe, trovandosi alla fine dell'inverno, si sovrappongono ai riti pagani che celebravano l'inizio della primavera e il rifiorire dei germogli. Nei falo' che vengono accesi ai margini delle piazze della città (e in quello piu' grande che viene allestito nella piazza principale) si bruciano grandi cataste di legna e nei campi si incendiano i residui del raccolto precedente. Al fuoco del falo' venivano arrostite le rape e si consumavano taralli, ceci abbrustoliti nella cenere ("le cècere a la rena" nel dialetto modugnese) e il calzone di cipolla. Per questa ragione, alla festa di San Giuseppe è abbinata la Sagra del Calzone.
La Sagra del Calzone consiste nella vendita del calzone di cipolla e di altri prodotti tipici modugnesi nella
Piazza principale, accanto al grande falo'. La serata è animata da canti popolari, danze e spettacoli di vario genere. Il connubio tra falo' e calzone di cipolla ha le proprie origini in un episodio glorioso della storia modugnse, quando, sull'onda degli sconvolgimenti della Rivoluzione Francese, Modugno aveva aderito alla Repubblica partenopea erigendo in città l'"albero della libertà ". Quando, il 10 marzo 1799, le truppe filoborboniche, provenienti da Carbonara, Ceglie e Loseto, assediarono senza successo la città, gli assalitori fecero razzia di quanto trovarono nei campi e negli orti delle case fuori le mura cittadine, soprattutto cipolle e rape, e le arrostirono sui dei fuochi preparati fuori le mura. In quell'occasione si registra l'evento ritenuto miracoloso dell'apparizione della Madonna Addolorata.

Curiosità e religione: Il Presepe vivente
Dal
1995 i parrocchiani della chiesa Immacolata, organizzano un presepe vivente. Nella suggestiva cornice del giardino interno dell'ex convento dei Cappuccini, figuranti in costume animano un museo degli antichi mestieri. L'iniziativa culmina il 6 gennaio con l'arrivo di figuranti negli abiti dei Re Magi e si accompagna alla degustazione di pettole e fagiolata. Il presepe vivente di Modugno attrae ogni anno un gran numero di visitatori, anche dai paesi vicini.
Sempre nel periodo di
Natale, la locale Pro Loco organizza un concorso per premiare i più bel presepe di Modugno. Il concorso prevede diverse categorie in base alla grandezza del presepe e all'età dei partecipanti.

Storia ed immagini by: http://it.wikipedia.org/wiki/Modugno e A. Gernone, N. Conte, M. Ventrella (a cura di), Modugno. Guida Turistico-culturale, Associazione Pro Loco di Modugno, Modugno 2006, pagg.205-213

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7Comments:

Anonymous Anonimo said...

Hai parlato della mia futura residenza????
Bravo bravo!
Vanessa

12/10/07 17:55

 
Blogger il Capocomitiva said...

Hai visto cara???Io per te, questo ed altro!!!!
Vabbe' diciamo che è andata cosi', ma in realtà è che prima o poi avrei dovuto parlare di Modugno!!!
Ciao ne'!!!!!!!!

12/10/07 22:37

 
Anonymous Anonimo said...

Caro Sergey, non ci crederai ma ho vissuto in quella città fino all'eta di sei anni, ricordo la via Roma dove abitavo, l'asilo delle suore a due passi da casa e le distese di terreno non ancora edificate mentre ora basta dare un'occhiata alle immagini statellitari per non riconoscerla più. Complimenti per la cronostoria.
By xirus

12/10/07 22:42

 
Blogger il Capocomitiva said...

Caro Xirus malefico, ti ringrazio dei complimeti ma, come penso tu abbia capito, questa cronistoria non è tutta farina del mio sacco. Infatti, per correttezza evidenzio che la stragrande maggioranza delle informazioni le ho estrapolate da wikipedia, l'enciclopedia libera.

Comunque sono semplicemente sbalordito dal fatto che TU abbia vissuto in quel di Modugno fino all'eta' di 6 anni. Scorre quindi del buon sangue pugliese in te!!!???Spettacolo!!!
Poi avremo modo di approfondire la questione.
Per ora è tutto. Un grande saluto anche ai miei due amici di lavoro:
Mimmo, Antonio, Peppe 1 e Peppe 2. Ciaaaaaaaaaa

12/10/07 23:43

 
Blogger Unknown said...

Ciao Capo come stai? E' da tempo che nn ci si "sente"...qui a Torre a Mare tutto ok anche se il freddo comincia a farsi sentire per via soprattutto dell'umidità. Ti aspetto dalle mie parti! CIAOOO

19/10/07 09:43

 
Anonymous Anonimo said...

SECONDO ME SI PARLA IN MANIERA GENERICA DI QUESTA TERRA CHE DOVREBBE ESSERE IL CENTRO DEL MONDO .... CHI SAI TU

13/11/07 09:03

 
Anonymous Anonimo said...

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